Palermo, i giocatori alla ricerca dell'onore perduto

Palermo, i giocatori alla ricerca dell'onore perduto

In una famosa poesia di Totò, "A livella", c'è un verso che recita: "Voi perdeste il senso e la misura". Ecco, il medesimo verso, ma usato con una connotazione differente, si potrebbe usare in questo momento nei confronti di una larga parte del gruppo squadra rosanero. La sconfitta contro la Reggiana di sabato ha, finalmente, spostato il focus sul gruppo squadra.

Il ko contro la squadra allenata da mister Nesta (che veniva da tre sconfitte di fila ed una fatica enorme a far gol) ha convinto anche i più scettici che i problemi in casa Palermo sono tanti, e non si potevano risolvere tutti col cambio in panchina. Ma, forse per la prima volta in stagione, l'attenzione si è spostata proprio su chi scende in campo: al netto di alcune scelte discutibili di Mignani (l'ostinazione su un modulo poco congeniale alla squadra, una quasi totale mancanza di verve offensiva), è doveroso attendersi di più dai calciatori, calciatori arrivati in Sicilia con curriculum importanti.

Ovviamente non si può generalizzare. In una situazione del genere è necessario fare "nomi e cognomi", partendo dagli assolti. C'è, infatti, chi ha tirato la carretta tutto l'anno: Pigliacelli (nonostante qualche errore), Lucioni, Gomes, Brunori. Tutti gli altri, chi più chi meno, stanno deludendo le aspettative.

Alcuni componenti della squadra sembrano aver alzato bandiera bianca. Henderson, Insigne, Coulibaly, a tratti Ceccaroni, non combattono più. Altri, come Mancuso, Stulac, Di Francesco (in questa posizione ibrida), non riescono a dare una mano. Serve qualcosa di più.

Serve qualcosa in più per diversi motivi: primo fra tutti una stagione che non è finita. Il Palermo non vince in casa da febbraio, e in generale ha avuto un rendimento da retrocessione diretta. Bisogna arrivare ai playoff in condizioni ottimali, perchè a prescindere da tutto bisognerà provarci. Infine, ma non per importanza, è necessario onorare un pubblico, quello di Palermo, che mai come quest'anno ha dimostrato amore infinito a una squadra che, forse, neanche lo merita. 

Se questo fosse un film, si intitolerebbe "La ricerca dell'onore perduto". Questa volta, però, gli attori principali non sono nè i mister, nè i Ds, nè nessun altro. Sono i giocatori.