Registi contro, questa volta dalla panca

Registi contro, questa volta dalla panca

Quasi una staffetta, dove l’oggetto del cambio di guardia erano le chiavi del centrocampo di un Palermo bellissimo e vincente: Eugenio Corini e Fabio Liverani, interpreti alti di un ruolo antico eppure così necessario anche oggi, in un calcio sempre più affannato nella ricerca di energie da regalare alla corsa prima che alla tecnica.
Per loro era diverso, prima dei compagni doveva correre il pallone.

Hanno rappresentato in periodi diversi ma ugualmente felici il faro rosanero: piede fatato - destro per il Genio, mancino per Fabio - e visione totale di ogni centimetro di campo: palla al playmaker e pedalare.

Domenica si rincontrano, da registi sì, ma questa volta della panchina, nel ruolo più stressante, dove i piedi che contano non sono più i loro ma quelli dei calciatori che schierano.
E partendo da ambizioni diverse, oggi si ritrovano immersi nelle stesse acque agitate di una classifica corta e asfissiante, dove una vittoria o una sconfitta si traducono in tre o quattro posizioni, e i risultati negativi in contestazione da parte di due piazze storiche e ambiziose.

Non sarà un lancio millimetrico, né un calcio di punizione e nemmeno un rigore: domenica al Barbera Palermo-Cagliari non sarà decisa da un magico gesto tecnico di due esponenti di un calcio che fu, ma dalla loro esperienza, intelligenza, visione “costretta” dentro qualche metro quadro, non del centrocampo, ma dell’area tecnica.