Un'inchiesta de "La Gazzetta Dello Sport" ha fatto luce sui bilanci delle società di Serie A della stagione 2014-2015, e il quadro che ne è scaturito è preoccupante.
Quello nostrano è un calcio sempre più indebitato: su 19 società - escludendo il Parma, fallito proprio a causa del debito accumulato - solo 7 hanno mantenuto il bilancio in pareggio o accumulato plusvalenze. Un quadro generale sulla nostra Serie A vede un indebitamento al netto dei crediti cresciuto nella scorsa stagione di altri 100 milioni - riporta
La Gazzetta -, da 1,6 ad 1,7 miliardi, le esposizioni verso le banche sono aumentate dell’11% e quelle nei confronti dei fornitori del 6%.
Tra le società più indebitate spiccano i nomi di Fiorentina: - 37 milioni nel 2014 e -14 nel 2015; Inter: in negativo per altri 140,4 milioni, accumulando così un mostruoso debito totale di 417,5 milioni; Milan: -125 milioni; Roma: quarta stagione consecutiva in rosso. -41,1 nel 2014-15. In perdita anche Cesena, Genoa, Napoli, Sampdoria, Sassuolo, Verona e Udinese.
Sono risultate, invece, società virtuose nella gestione dei bilanci Juventus, Atalanta, Cagliari, Chievo Verona, Empoli, Lazio, Torino e
Palermo, tutte società che possono vantare un sostanziale pareggio di bilancio per la stagione 2014-15.
Ecco l'analisi nel dettaglio della gestione finanziaria del Palermo (dati raccolti da "La Gazzetta Dello Sport"):
Dal pesante deficit di 27,7 milioni nell’anno della B all’utile di 297mila euro della stagione scorsa. Grazie al ritorno in A, certo. Ma grazie soprattutto a Paulo Dybala: la sua cessione alla Juve, avvenuta a giugno, è stata iscritta nel bilancio 2014-15 con una plusvalenza di 27,6 milioni. Tutte le cessioni hanno generato guadagni per 38,7 milioni ma occhio alle spese di mercato. Le commissioni agli agenti sono costate 7,2 milioni: spiccano i 4 milioni dati alla Calcio Sudamerica Llc per la cessione di Dybala. Secondo il club «il piano di riduzione dei costi e dell’incremento dei ricavi consentirà all’azienda di ripristinare l’equilibrio economico-finanziario», anche attraverso nuove plusvalenze.
Martino Giordano