Palermo, vuoi la Serie A? Ora devi aggredire il calciomercato

Palermo, vuoi la Serie A? Ora devi aggredire il calciomercato
Non v'è altra soluzione, tanto che anche mister Dionisi non ha voluto girare intorno alla questione principale: il Palermo non è adesso, e ribadiamo adesso, pronto per affrontare la stagione 2024/25 ma, è doveroso ricordarlo, è questo un fatto fisiologico delle squadre nel mese di luglio.
 
La postilla è essenziale per sgomberare ogni dubbio e per ribadire che il tempo degli allarmismi non è ancora maturo, neppure di fronte al ko incassato contro i semidilettanti del Rapperswil (ne abbiamo parlato qui).
La squadra di Dionisi è ancora piuttosto imballata, ma la cosa che più conta è il fatto di non avere a disposizione elementi funzionali al tipo di stagione che il Palermo vorrà interpretare e che non vede altro obiettivo che la Serie A diretta.
 
È apparso evidente che molti dei calciatori presenti in ritiro non potranno fare parte del progetto e non si tratta neppure di un numero così esiguo. Compito di De Sanctis sarà quello di trovare loro una rapida sistemazione per non incappare nelle lungaggini dello scorso anno.
 
Si è pure detto che il ritiro sarebbe servito per valutare certi elementi: Dionisi vorrà ancora puntare su Stulac? Si darà un'altra chance a Buttaro? Vasic avrà modo di fare notare le sue qualità? Che fare degli esterni fin qui poco prolifici Di Mariano e Insigne? E ancora: quale futuro per Nedelcearu e Graves?
 
Sono tutte valutazioni importanti e sembra chiaro che qualche sacrificio - se di sacrificio possiamo parlare - andrà compiuto, poiché altrimenti ci si ritroverà con una squadra non tanto diversa da quella della scorsa stagione che, al netto di colpe tecniche e dirigenziali, ha fallito.
 
Soprattutto, il Palermo deve aggredire adesso il mercato per iniziare la stagione con la squadra il più possibile al completo. Ricapitoliamo: al più presto un terzino sinistro e uno destro (Pierozzi?), un altro centrale di qualità, un regista più dinamico, qualcosa sugli esterni e infine un attaccante di un certo estro. Questo è il solo modo per non covare rimpianti e lasciare poi parola al campo, responsabilizzando così anche tutti i calciatori che non avranno più alibi cui appigliarsi (e sono state troppe le scuse accampate fino a qualche mese fa: pressioni, sfortuna, infortuni...).
 
Lo scorso anno deve avere insegnato tanto: dai 3 mesi per un terzino che non è poi arrivato a un allenatore esonerato in colpevole ritardo, un mercato invernale di estrema confusione, un centrale che non è mai arrivato e il grande caos del girone di ritorno. Ora la musica dovrà cambiare ritmo e spartito: Palermo è Palermo e in una Serie B che non appare quest'anno così irresistibile la società dovrà fare la voce grossa.