Palermo, i campionati si vincono con la cattiveria

Palermo, i campionati si vincono con la cattiveria

Articolo a firma di Peppe Musso

Martedì con il cielo cupo a Palermo: un cielo cupo che è lo specchio dell'umore di moltissimi appassionati rosanero.

Ieri si è assistito ad un copione purtroppo già visto, un Palermo sicuramente volenteroso e ordinato, ma che non è riuscito ad avere la meglio di una Juve Stabia che tutto è sembrato tranne che una squadra forte ed impenetrabile. Partiamo da un assunto fondamentale: questa squadra è stata indicata da chi l'ha costruita come una potenziale vincitrice del torneo, e questo ovviamente fa alzare l'asticella delle aspettative, aspettative che fino ad ora sono state puntualmente deluse da un atteggiamento, specialmente in trasferta, troppo remissivo e rinunciatario.

Mister Filippi porta avanti delle idee di calcio offensivo, ma queste idee non si sono ancora tramutate in fatti. I rosanero spesso danno l'idea di accontentarsi, di non velocizzare la rimessa in gioco del pallone, di non credere alle ripartenze come si dovrebbe (e su questo ci sarebbe un altro grande capitolo da aprire, alcuni calciatori offensivi sia vecchi che nuovi appaiono totalmente av/

    /si dal sistema, non si capisce bene se per colpa loro o dell'allenatore). Non è nemmeno un problema di gioco, chi segue la serie C assiduamente sa bene che il calcio spumeggiante della Ternana dell'anno scorso è stato un "unicum": in serie C non si gioca, si vince sfruttando le poche occasioni che ti capitano, come ad esempio sta facendo molto bene il Bari che è già in odore di fuga, giocando male ma vincendo.

    In definitiva, se il Palermo vuole ancora credere, contro ogni ragionevole dubbio, ad un campionato da protagonista, deve darsi una svegliata immediatamente: nessuno si aspetta la bellezza, tutti pretendono la cattiveria.