Dalla Spagna: le carte che inguaiano il Frosinone

Dalla Spagna: le carte che inguaiano il Frosinone

Il game fixing – cioè le scommesse clandestine su partite truccate – non ha l’attenzione da parte dei massimi organi sportivi italiani.

Notizie che giungono dalla Spagna gettano ombre sul calcio nostrano, principalmente sul Frosinone e su Ciro Immobile.

Dalle indagini della polizia spagnola - secondo quanto riferito da La Repubblica del 17 giugno - si palesa un panorama inquietante di società e calciatori - il Frosinone - indebitati per circa 130 mila euro con un allibratore nel tentativo di truccare l’incontro contro la Fiorentina.

 

Oggi è Business Insider ad offrire un ampio approfondimento sulla vicenda.

L’uragano è partito lo scorso 28 maggio quando la polizia spagnola arresta 11 calciatori di Liga e Seconda Divisione - tra cui l’ex Real Madrid Raul Bravo - accusati di truccare i match e riciclare denaro.

Il 4 aprile 2019 - tra gli intercettati - vi è l’italiano Mattia Mariotti, nato a Roma e residente a Malaga.

Per il dipartimento investigativo spagnolo, il ruolo di Mariotti è alquanto palese (anche perché è lo stesso Mariotti a dirlo al compare Aranda): è colui che fa da tramite tra Spagna e Italia per organizzare le combine con i giocatori di Serie A.

Sarà lo stesso Mariotti a rivelare il ruolo del suo alleato in Italia (Desconocido1, il nome dato dagli inquirenti spagnoli), ossia mantenere i rapporti con alcuni calciatori del Frosinone e un dirigente.

 

Inoltre tra i clienti affezionati di Desconocido1, per Mariotti, ci sarebbe appunto anche l’attaccante della Lazio Ciro Immobile.

È opportuno ricordare che il Frosinone Calcio - subito dopo la diffusione della notizia - ha provveduto a smentire ogni coinvolgimento rivendicando valori quali “l’etica sportiva e il rispetto delle regole come capisaldi della propria mission”.

Altra anomalia, infine, la questione di Mirko Gori che nel maggio del 2016 fu espulso nella sfida contro il Napoli (unico cartellino rosso della sua stagione).

In quell’occasione furono registrate scommesse curiose sulla possibilità che in quel match si fosse verificata un’espulsione: le ombre su quelle puntate furono talmente alte che i Monopoli imposero di fornire la carta d’identità ad ogni scommettitore che ritirasse la vincita. Beh, in pochi si presentarono per incassare la vincita.

Tutte coincidenze, certo, che però non hanno sollevato l’attenzione da parte delle autorità nostrane: infatti nessuna inchiesta è stata posta in essere. Eppure quello delle scommesse “particolari” è un fenomeno sempre più diffuso.