Cessione Palermo: Il figlio dell'uomo

Cessione Palermo: Il figlio dell'uomo

 

Pensieri.

E’ stato un Natale inconsueto quello vissuto nel capoluogo siciliano: non ci riferiamo alla temperatura estiva che ha accarezzato la dimensione palermitana quanto piuttosto alle vicissitudini societarie.

Come scritto dalla nostra redazione (clicca qui) - alla vigilia della festa più famosa del mondo - Richardson e Facile sono stati nominati consiglieri al posto di Daniela De Angeli e Silvana Zamparini durante l’assemblea

dei soci che si è tenuta giovedì scorso. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole.

Ciò nonostante, chi attendeva la novità più importante è rimasto deluso. Infatti la carica di presidente rimane vacante. Questo aspetto è dovuto probabilmente alla volontà di indicare un terzo nome solo a cessione

completata. Intanto nel corso della stessa assemblea dei soci il collegio sindacale si sarebbe dimesso in blocco.

Il copione resta sempre il medesimo in un perpetuarsi di piccoli cambiamenti che pare diano forma alla nuova creatura societaria. Ovviamente i sostantivi dubitativi sono un atto dovuto in quanto di certo vi è poco e

l’orizzonte è sempre più adombrato.

Il termine dell’operazione, di fatto, dovrebbe arrivare durante questa settimana ma più verosimilmente tutto sarà rimandato ai primi giorni del 2019. D’altronde in Sicilia rimandare è un culto quindi perché smentire le

tradizioni?! Siamo un popolo coerente.

 

Intanto il volto del proprietario - quanto meno di colui che dovrebbe ricoprire la maxima carica societaria - rimane avvolto dal mistero.

Penso a voce alta.

Mi piace attuare parallelismi con l’arte: questa storia mi fa venire in mente uno dei miei pittori preferiti René Magritte, nella fattispecie a “Il figlio dell’uomo”.

Quindi, davanti a noi abbiamo qualcosa di apparentemente visibile, la società inglese, che nasconde ciò che in realtà è celato ma dovrebbe essere visibile allo stesso tempo, l’identità del nuovo presidente.

Questo postulato surrealista di magrittiana ispirazione è la dimostrazione empirica di come la nostra natura ci porti a volere sempre vedere quello che è nascosto al nostro inconscio. Proviamo interesse in quello che

è occulto e in ciò che il visibile non ci mostra.

Ritornando nella dimensione del reale, c’ha pensato il direttore Rino Foschi - con cui ho avuto il piacere di fare una chiacchierata pre natalizia (clicca qui) - a rassicurare l’ambiente con un “le cose si sistemeranno”.

Probabilmente neanche le parole del direttore - per quanto stimato e amato dal tifoso rosanero - riusciranno a lenire la patina di scetticismo su cui giace la preoccupazione della città e che porterà, un’altra volta ancora, a

disertare lo stadio Renzo Barbera.

Guardo la clessidra qui sulla mia scrivania e la sabbia che fiocca sempre più bramosa da quando si è palesato un preliminare e nulla più. Prospera l’apprensione e i pensieri malinconici - figli di un inquietante silenzio -

scandiscono il ticchettio delle lancette su cui scorre la paura.

 

Quindi Fra, qual è la trama della storia?

Ma quale storia?

 

 

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