Palermo: in attesa della qualità, ci si affida all'organizzazione

Manuel Mannino

Palermo: in attesa della qualità, ci si affida all'organizzazione

 

Che l’organizzazione del Palermo non fosse quella della scorsa stagione è stato evidente già alla prima giornata, contro il Sassuolo: poche pedine, alcune ben distanti dalla forma migliore, altre dal potenziale nascosto, eppure tutte ben schierate nello scacchiere dall’ottimo Ballardini. Al Meazza, il Palermo ha giocato sessanta minuti di buon calcio: salda tenuta difensiva, seppur con qualche sbavatura, densità e carattere a metà campo, ripartenze a viso aperto nelle quali si sono riviste, finalmente, le incursioni di Hiljemark che, in collaborazione con Quaison e Chochev, ha dato più di un pensiero alla mediana nerazzurra. Più che il bagaglio tecnico – ancora orfano dei nuovi acquisti – è stata dunque l’organizzazione a fare la differenza. Coesione e unione d’intenti hanno fatto il resto. 
Adesso sembra che davvero tutti corrano nella stessa direzione, seguendo uno spartito ben scritto in cui è leggibile chiaramente la priorità: ordine e tanta corsa. È stata infatti la partita attenta e fisica giocata dalla retroguardia, unitamente all'impiego di un instancabile Gazzi come perno basso di centrocampo, a garantire un ottimo scudo a protezione di Posavec, battuto soltanto alla prima vera distrazione dei centrali. Ugualmente ordinata la prestazione dei centrocampisti, con Chochev attento ad ostruire le linee di passaggio e determinante quando ha rubato a Medel la palla che Rispoli ha poi trasformato nel provvisorio 0-1. È stato invece l’attacco il reparto con più difficoltà: Quaison seppur lontano dalla forma migliore, è riuscito a lavorare da collante tra la metà campo e il centravanti, un Nestorovski che ha bisogno di tempo per comprendere le difese del nostro campionato. 
Nel complesso, il Palermo disegnato da Ballardini ha tenuto bene il campo, ha sofferto ma resistito e per buona parte del match ha giocato un calcio d’azione e non di reazione. Le sviste vanno certamente corrette ed evitate, ma riguardano più il bagaglio tecnico individuale che la tattica di squadra