«Campionato già falsato». La sferzata di Canovi

«Campionato già falsato». La sferzata di Canovi

 

La vicenda legale del Palermo è ormai entrata nel suo clou. In merito alla situazione della società rosanero e al correlato caos scatenatosi in Serie B, abbiamo deciso di intervistare Dario Canovi, avvocato e procuratore calcistico, per avere un parere competente sull'argomento.

 

L'esecutività immediata della sentenza di primo grado del TFN pronunciata contro il Palermo decretata dalla Lega B, con annesso annullamento ex abrupto dei playout, ha letteralmente scombussolato un campionato già alle prese con mille traversie l'estate scorsa. Prima di entrare nel merito della questione le chiediamo se secondo lei dobbiamo aspettarci un nuovo Caso Catania 2003.

 

«Sì, direi che è in corso un lungo iter giudiziale, questo è certo. Il Palermo non accetterà supinamente le decisioni prese: sicuramente si rivolgerà prima al TAR e poi in ultima istanza al consiglio di Stato».

 

Partiamo dal Palermo, condannato alla retrocessione in Serie C in virtù di illeciti amministrativi contestati nel periodo tra il 2014 e il 2017 e quindi non coevi. Come giudica, da uomo di legge e di calcio, questo tipo di provvedimento?

 

«Da un punto di vista giuridico, non conoscendo le carte non sono in grado di dare un'opinione seria. Se quello che sostiene la Procura Federale è vero, allora evidentemente ciò che ha decretato la sentenza diventa giusto. Quel che è a mio avviso incredibile è che se ne accorga solo adesso e non quando il fatto è successo. Questo va evidentemente addotto alle responsabilità degli organi della Federazione preposti al controllo della regolarità delle iscrizioni».

 

Ancor più della punizione inflitta ciò che più stupisce in generale e fa male in particolare è che l'applicazione della sentenza sia stata deliberata da un organo, il Consiglio direttivo, al cui interno spicca la presenza di diverse parti inevitabilmente interessate per ragioni di classifica alla vicenda.  Che idea si è fatto in merito a questa situazione? 

 

«Io parto da un presupposto: nella Lega di C quando si devono prendere decisioni su club i cui esponenti fanno parte del Consiglio, questi vengono estromessi dalla decisione. La strada deve essere quella. Non mi meraviglio di quanto successo quest'anno: già quello che è successo l'anno scorso è stata una dimostrazione di prepotenza nell'agire da parte della Serie B. Credo che se alla presidenza della Lega B ci fosse ancora una persona come Andrea Abodi tutto questo non sarebbe successo».

 

In questi caldissimi giorni il Palermo ha provato a percorrere, senza successo, tutte le strade per sospendere l'inizio, ormai imminente, dei play-off, cui la società rosanero avrebbe dovuto partecipare da terza in classifica. La sentenza d'appello in programma il 23 maggio potrebbe cambiare la situazione: quali scenari potrebbero aprirsi laddove il Palermo venisse riammesso a Play-off già iniziati?

 

«È chiaro che rivedremo tutto quello che è successo l'anno scorso: mi auguro semplicemente che non si arrivi a settembre per prendere le decisioni definitive. Quando iniziai a lavorare nel mondo del calcio, capitava che uscissero sentenze, talvolta anche ingiuste perché la giustizia è comunque umana, ma sempre e comunque in tempi rapidi: la velocità di giudizio è una condicio sine qua non nell'ambito della giustizia sportiva, necessaria per dar la possibilità alle squadre di poter operare in assoluta serenità nei lavori di costruzione della squadra. Quanto succede adesso è diretta conseguenza di quanto successo già l'anno scorso con la diminutio coatta delle squadre partecipanti».

 

A prescindere dalle parti interessate, dai verdetti emersi e da quelli che verranno emanati, siamo comunque di fronte a un caso senza precedenti che farà forse giurisprudenza sportiva e scriverà sicuramente un nuovo capitolo di storia. Possiamo considerare questa vicenda e il modo in cui è stata gestita un emblema della totale infelicità del momento storico della cadetteria e in generale del calcio.

 

«Sicuramente sì. Il campionato è stato già falsato con la decisione coatta di ridurre il campionato a 19 squadre, una scelta in violazione con quanto stabilito dalle N.O.I.F nella quale ha avuto un suo peso il momento di transizione federale e l'annesso commissariamento, i cui effetti sono stati deleteri. Ribadisco il concetto: se il campionato avesse mantenuto il suo formato standard, le cose sarebbero andate in modo totalmente diverso. Serve sicuramente un rinnovamento: nel programma del presidente Gravina ci sono delle riforme, che condivido pienamente, spero che riesca ad attuarle in tempi che non siano lunghi».


IMMAGINE  SIAMO SU INSTAGRAM


 

 

IL RUMORE ASSORDANTE E IL SILENZIO DI LOTITO

 

ISTANZA PALERMO IL RESPONSO DEL CONI

 

RIGETTO CONI, IL COMUNICATO DEL PALERMO

 

COMITATO CLASS ACTION, CONSEGNATO IL PRIMO ATTO