Adesso tocca a Roberto Boscaglia

Adesso tocca a Roberto Boscaglia

È tutto nelle mani di quest’uomo.
“Restare agganciati”. Due paroline chiare, con le quali Boscaglia ha significato il momento che la squadra sta vivendo e vivrà ancora per qualche tempo.
Non è questo il Palermo che affronterà l’inferno della Serie C: non era quello di Teramo, né quello di Terni, né quello che ieri è stato messo sotto senz’appello dal forte Avellino di Piero Braglia.

 

Potremmo riempire queste righe riproponendo le cause, già note, di un ritardo di condizione che deve essere colmato in fretta. Ma non vogliamo parlare di passato, né perderemo tempo ed energie per approfondire l’immancabile “Mirri vendi”, che va derubricato a ciò che è: una fantasmagorica isteria precoce.

 

Preferiamo pigiare sulle tastiere per parlare di futuro, comprendere la causa per immaginare la conseguenza di un avvio di campionato così inferiore a qualsivoglia aspettativa.

 

Tra i primi dettati di queste quattro giornate, uno spicca sopra gli altri: chi, tra i giocatori di Boscaglia, non avesse capito in che razza di girone è capitato, è stato presto servito. Allora la prima conseguenza positiva di questi schiaffoni in pieno volto dev’essere questa: dimenticare subito la Serie D, ché tra le due categorie c’è molto di più che una lettera di differenza. Il campo impietoso ha fatto la sua parte, la voce di Boscaglia farà il resto.

 

C’è poi la gioventù che va presto messa nei binari giusti. Non è più Primavera: questo è inverno fitto. Non ci sono secondi ma frazioni di secondo per pensare ed agire. Le distrazioni stanno a zero, altrimenti le paghi con il golletto (Doda su D’Angelo) che compromette un’intera partita.

 

La questione tattica: se hai impostato tutta la preparazione sulla difesa a 4 e pronti via si rompono entrambi i terzini sinistri, sei chiaramente in emergenza. E dall’emergenza difficilmente vengono fuori cose buone. Appare evidente che questo Palermo, con questi interpreti, non può essere competitivo schierando tre difensori. Si può, perché in queste condizioni si deve, adattarsi, ma pretendere grandi risultati è, se non altro, irrazionale.

 

L’attacco sterile: imbarazzante non è tanto lo zero tagliato nella casella dei gol fatti, ma l’estrema difficoltà che il Palermo palesa nell’impensierire gli avversari.
Qui il problema non è se Saraniti o Lucca o Rauti, quanto piuttosto chi debba/possa fare l’ultimo passaggio per mettere gli attaccanti nelle condizioni di segnare. Di calciatori che abbiano qualità tali da poter assumere il ruolo di rifinitore ne vediamo due: Andrea Silipo e Mario Santana. La convinzione è che, quando si potrà tornare al modulo tipo, almeno uno di questi due sarà sempre in campo. Non si può prescindere dalla tecnica, soprattutto adesso che di meccanismi consolidati non c’è neanche l’ombra.

 

Motivazioni, crescita, problemi tattici, realizzazione: adesso tocca a Roberto Boscaglia. Buon lavoro, mister.


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