Pagellone di fine 2024 - difesa: ora subisce poco, ma è comunque insufficiente
Nell’ultimo dell’anno è giusto tracciare i primi bilanci, dunque analizziamo reparto per reparto la squadra rosanero, partendo dalla retroguardia. Subito c’è da evidenziare un paradosso: nei numeri, la difesa rosanero attuale è la quarta meno battuta della cadetteria, migliorando dunque i dati della passata stagione. Nonostante ciò, non può di certo dirsi promossa. Proviamo a capire perché.
Nel girone di ritorno della stagione 23-24 gli artefici della difesa rosanero hanno ballato parecchio, chiudendo poi la stagione con l’impressionante numero di 53 gol subiti. Pigliacelli, ora a Catanzaro, non è stato più ritenuto all’altezza così come Marconi e Graves, che di fatto sono gli unici, assieme ad Aurelio, ad aver salutato. Nessuno di loro, però, ha giocato poi così tanto.
Ricominciamo, dunque, dalla porta: dopo lo sfortunato infortunio di Gomis, la titolarità in estate è ricaduta nei guanti di Desplanches. Il giovane under 21 ha dimostrato di avere un grande talento, ma anche di non essere del tutto pronto per difendere i pali di una squadra ricca di pressioni e problematiche come quella rosanero. Ovviamente non gliene si può fare una colpa, ma la crescita di un giovane è più rapida e sicura nelle situazioni ottimali, dunque tutto il contrario di ciò che sta avvenendo adesso a Palermo. Bisogna crescere, sia tra i pali che soprattutto nei rinvii.
Entriamo ora nel dettaglio del reparto difensivo, analizzando i centrali. I due nuovi titolari, Baniya e Nikolaou, hanno mostrato di essere affidabili, senza però far mancare troppo spesso svarioni individuali che sono costati gol e punti (soprattutto il greco). Le riserve non sono state all’altezza: Nedelcearu, al terzo anno in rosanero, ha i soliti pregi e difetti, Peda non è stato quasi mai utilizzato. Il pasticcio Lucioni è già noto ed è inutile tornarci; l’unica vera nota lieta tra i centrali è il rendimento di Pietro Ceccaroni, che è tornato a buoni livelli dopo una stagione deludente come quella scorsa.
Sui terzini, infine, è successo ciò che molti avevano paventato in estate. La squadra rosanero infatti, per il terzo anno consecutivo, ha dovuto cambiare il suo modulo di riferimento a causa della carenza sulle fasce basse. A destra Diakitè, dopo il buon girone di ritorno scorso, ha dimostrato di avere grossi limiti, e Pierozzi ha passato più tempo in infermeria che in campo. La carta Buttaro, inoltre, è stata utilizzata pochissimo, e a Cittadella non ha pagato, anzi. A sinistra c’è il solo Lund, che però ha rallentato la sua crescita dopo lo scorso anno incoraggiante, perdendo anche titolarità e minuti giocati. Pesa, giova ricordarlo ancora una volta, come un macigno, la scelta di non comprare un altro laterale sinistro in estate, aggravata ancora di più dal fatto che in quel reparto si era operato in uscita (Aurelio).
Il quadro appare abbastanza chiaro: un reparto non completamente negativo, ma da rinforzare immediatamente a gennaio. Indipendentemente da chi siederà sulla panchina rosanero, nessuna squadra può affrontare un campionato senza i terzini o senza un centrale di riserva che sia affidabile.
Il voto alla retroguardia rosanero non può superare il 5. Tra amnesie di gruppo o individuali, o svarioni del proprio portiere, troppo spesso la difesa ha causato guai alla squadra rosanero. Inoltre, la costante mancanza in organico di terzini di valore ha costretto tutti gli allenatori avvicendatisi a rivedere il loro impianto di gioco. Per una società che programma ogni cosa minuziosamente, questa è una lacuna difficile da spiegare.