Tre assi ed un unico denominatore

Tre assi ed un unico denominatore

La vecchia guardia, il nuovo che avanza, le riserve d'oro.

Tre fattori che vogliono e possono contribuire alla stabilità dei risultati in casa rosanero, là dove da qualche giorno si respira un'aria diversa, densa di fiducia più che ottimismo, e sicuramente di coraggio ritrovato dopo i risultati utili consecutivi, quattro, la serie di match senza subire gol, tre, le vittorie inanellate, due. Sembra un countdown, a cui manca l'ultimo gradino, il numero 1, che nel caso degli uomini di Corini, però, è sempre il prossimo: nello specifico al di là dello Stretto, lì Cosenza, prato verde dello stadio Gigi Marulla.

AAA cercasi continuità come unico denominatore. Sopra il quale muoversi sfruttando tre assi portanti di questo ultimo mese: perché il rinnovato Palermo, modificato in corsa dal tecnico, ha scoperto di avere da tempo in casa i grimaldelli per appropriarsi di un finale diverso da quelli pietosi di inizio stagione: i "vecchi", con due virgolette grandi così, Marconi, Valente e, ovviamente, Brunori. Il difensore bresciano non sbaglia un colpo da tre partite e ha regalato i tre punti bagnati contro il Parma, con la complicità dell'esterno che ha fatto le fortune di Silvio Baldini e sembra in grado di offrire gli stessi servigi anche a Corini. Su Brunori si è detto e scritto tanto, anche troppo. Per lui, però, parlano i numeri: il Palermo ha realizzato 12 reti, il numero 9 ha messo la zampino su 7 di queste: 4 gol e 3 assist.

Ci sono poi i nuovi che sgomitano per affermarsi: ne è un emblema Claudio Gomes. Da quando l'ex Manchester City ha preso in carico la custodia del centrocampo, i rosanero non sono più andati ko. Corsa, sostanza, sacrificio e qualità sono elementi che oggi fanno del mediano francese un interprete imprescindibile dell'undici rosa.  E poco importa, in questa fase, se il suo inserimento, insieme a quello di Jeremie Broh, abbia comportato l'esclusione di due come Stulac e Saric. Soffriranno di certo a guardare i compagni dalla panca, ma il loro scalpitare oggi rappresenta un'arma più unica che rara in cadetteria: sono pochi gli allenatori che possono contare su riserve che per qualità e curriculum difficilmente farebbero panchina altrove.