Soleri, il bomber di scorta che non serve più

Soleri, il bomber di scorta che non serve più

126 minuti, che tradotti significano una partita intera e poco più per Edoardo Soleri, soltanto che lui li ha raccolti in 13 partite di campionato e, a rifletterci, è un bottino molto magro. Soprattutto se si riavvolge il nastro e si guarda al passato recentissimo.

Chi pensa all’attaccante rosanero, d’altronde, ha in mente la splendida staffilata contro la Virtus Entella, che ha lanciato il Palermo verso il passaggio del turno e, in fondo, è quello il gol che più di tutti ha deciso la promozione dei rosa in Serie B.

La società, seppure coinvolta in un passaggio di testimone al City Football Group, non ha avuto dubbi a confermargli la fiducia: riscatto dal Padova confermato e contratto fino al 30 giugno 2025, non banale. D’altronde, Soleri era entrato con quella e altre 11 reti nel cuore dei tifosi, anche perché sono arrivate tutte da subentrato, quando spesso i giochi sembravano chiusi e non ci sperava più nessuno. Lo spirito di sacrificio, la grande voglia di non arrendersi mai hanno fatto inevitabilmente breccia.

Poi, certo, la Serie B si dirà che è un altro mondo e la concorrenza è oggi più forte, tra l’intoccabile Brunori e la carta Vido – che in cadetteria ha giocato e segnato, ma che fatica anche lui a ritagliarsi uno spazio concreto. Già durante l’estate, l’arrivo di mister Corini aveva stravolto le gerarchie e, almeno in parte, Soleri ne sta pagando le conseguenze.

Gioca pertanto un tempo all’esordio col Perugia e permette di conservare il risultato, stampa il pallone sulla traversa contro il Sudtirol, che gli nega fondamentalmente il pareggio nonché la prima gioia in Serie B. Poi c’è poco altro: 9’ col Genoa, 6’ con la Reggina, 20’ col Frosinone e 3’ col Parma, infine 6 panchine per tutto il corso della gara fino ad arrivare alla sfortunata trasferta di Cosenza.

Fino allo scorso anno, col risultato a sfavore, nessuno avrebbe avuto dubbi: dentro Soleri per provare a raddrizzarla. Qualcosa è cambiato, Soleri gioca poco o non entra più. Servirà allora fare delle opportune valutazioni già dal mercato di gennaio: il centravanti è un classe 1997, ha 25 anni quindi e grande bisogno di giocare. Si dirà che fare panchina ti fa fare le ossa, che è difficile imporsi in una categoria più alta sin da subito, ma è chiaro che la situazione attuale stia giovando a pochi, sicuramente non a Soleri, che da bomber di scorta oggi sembra più un oggetto misterioso.