Palermo, non è questione di uomini ma di mentalità: e intanto dopo più di un anno non si vede gioco
Sia chiaro: anche quando il Palermo di inizio stagione vinceva e convinceva, lo faceva con cinismo. Lo faceva con sofferenza, alle volte eccessiva come quando si prese gol a Reggio Emilia contro un avversario in inferiorità numerica, ma comunque con pragmatismo si arrivava ai tre punti.
Adesso: possiamo raccontarci qualunque fesseria per dirci che in Serie B non si vince col gioco, non si agguanta la promozione con un buon calcio, ma sarebbero menzogne. Non serve nemmeno andare troppo lontano: il Benevento di Pippo Inzaghi nel 2020, Empoli di Aurelio Andreazzoli nel 2021 (nell'annata in cui il Lecce di Eugenio Corini dilapidò un clamoroso vantaggio sul fronte promozione diretta), il Lecce di Marco Baroni nel 2022.
Crollata una delle tesi più ricorrenti del campionato in corso, appare anche un po' scocciante ascoltare conferenze ed interviste pre e post-partita in cui viene ciclicamente riproposto lo stesso concetto, in cui le critiche vengono respinte - alle volte anche in maniera eccessivamente veemente - al mittente, quando i risultati parlano di una latitanza di gioco incontestabile e soprattutto quando arriva soltanto un punto con le ultime tre in classifica, davvero non si riesce nemmeno a provare a fare qualcosa di diverso, per cercare di raddrizzare una stagione cominciata benissimo?