«Contro il Savoia non eravamo pronti e l'abbiamo pagato»

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Le dieci vittorie consecutive, la caduta con Savoia e Acireale e la ripresa nel girone di ritorno. Alessandro Martinelli, intervenuto al programma "SiamoAquile" su TRM, ha parlato dei due passi falsi dei rosa prima di parlare di sé stesso, del suo passato e della sua idea di calcio: 

 

«Quella con il Savoia è stata la prima vera partita dove abbiamo avuto delle difficoltà, non eravamo pronti e l'abbiamo pagato. Contro l'Acireale è stata più dura perché dovevamo vincere per dimostrare qualcosa, invece abbiamo toppato di nuovo. Da lì abbiamo capito, nonostante il periodo negativo, che doveva cambiare qualcosa ma le sconfitte servono a crescere e le vittore poi mascherano tutto. Non stiamo ancora pensando al Savoia perché ci sono in mezzo tre partite e nove punti. Dobbiamo affrontarle tutte con intensità partendo da Licata, che è una buona scquadra ed è sempre un derby. Prima nelle dieci vittorie non guardavamo quei dettagli che poi fanno la differenza. All'inizio era tutto bello e non ci pensavamo, dopo i primi passi falsi siamo partiti proprio da lì e proprio dagli errori che si fanno nelle vittorie si doveva ripartire». 

 

FUTURO E IDEA DI CALCIO

«Mi vedo più scout che allenatore, non mi piace perché ci sono dinamiche sempre spiacevoli. Secondo me il calcio è una cosa semplice, ora è tutto molto fisico e la tecnica va in secondo piano. Penso solo che si sta un po' esagerando con queste cifre astronomiche, questi milioni che girano, ma purtroppo non si piò fare niente». 

 

I CINQUE CONSIGLI

«Facevo calcio, tennis, andavo in giro con le minimoto quindi per me lo sport è sempre stato importante ma ho coltivato il calcio. Quando sono arrivato all'under 15 ho capito che poteva davvero essere la mia professione. I miei consigli per chi vuole diventare calciatore? Il primo consiglio per fare calcio è divertirsi, il secondo è di non mettere pressioni inutili ma in generale gira tutto intorno al divertirsi perché è sempre un gioco. Mi piace un sacco andare al campo, prendere in giro i compagni, eccome se mi diverto ancora». 

 

PERGOLIZZI E FLORIANO

«Del primo periodo a Palermo ricordo che era tutto un po' strano perché si è dovuto entrare subito in una realtà completamente nuova con gente totalmente nuova. ma è stato bello, un'esperienza anche quella. Pergolizzi? Un allenatore deve essere corretto con tutti perché così tutti sono propensi a darti qualcosa. Pergolizzi chiede consigli, si confronta e ha un aspetto umano che per un tecnico è davvero importante. per quanto riguarda Floriano è un giocatore di categoria superiore ma sprattutto conosce la categoriaà è un punto di riferimento dentro e fuori dal campo. Molti di noi non sapevano cosa vuol dire giocare in D e lui su questo è stato fondamentale». 

 

PALERMO E SAVOIA

«Le difficoltà di Palermo e Savoia? Qui a Palermo vincere, specie se devi farlo per forza, non è facile. Per il Savoia non posso parlare, magari è più semplice perché non hai la stessa pressione ma posso capire che può diventare difficile quando vinci e vedi che sopra di te continuano a vincere. Devo dire che stanno facendo un campionato importante e stanno facendo davvero bene. La piazza di Palermo dà solo stimoli, l'entusiasmo ci ha aiutato molto». 

 

LA CITTÀ

«All'inizio avevo dei pregiudizi sul sud ma invece ho scoperto che non esiste nulla di quello che si dice al nord, qui si sta da dio. Il mio cibo preferito? Il pesce, al nord non si mangia molto e qui è davvero buono».