La forte Cantera rosanero, con i battesimi di Bonfiglio e Kebbeh

Il potente settore giovanile rosanero finalmente dà i suoi frutti. Ma rischia di essere smantellato

La forte Cantera rosanero, con i battesimi di Bonfiglio e Kebbeh

Fino a qualche anno fa, anche nel pieno della favolosa era Zamparini, ci si chiedeva come mai il Palermo non potenziasse il suo settore giovanile, così da creare e poter disporre di una cantera dalla quale potere attingere e con la quale potere avere, perchè no, sostanziose plusvalenze.

 

Con l'avvento della nuova dirigenza che si occupa dei ragazzi rosanero la musica è cambiata. Due su tutti, Baccin e Bosi, hanno creato un'inversione di tendenza: tante le soddisfazioni che la Primavera ha avuto in campionato e nei Tornei di Viareggio. Ciò ha fatto sì che molti ragazzi provenienti dalla effervescente scuola giovanile rosanero acquistassero visibilità, al punto che molti di loro figurano oggi a pieno titolo negli organici di tante società dei campionati professionitici, compreso ovviamente il Palermo che, finalmente ha in squadra, da qualche anno, giovani di qualità, utilizzati talvolta nel massimo campionato.

 

Parliamo di Goldaniga,Embalo, Bentivegna, La Gumina, Lo Faso, Pezzella, Alastra e Fulignati, e di Francesco Bonfiglio che è stato convocato in prima squadra nell'ultima partita disputata al Barbera contro la Sampdoria.

 

A proposito di quest'ultimo, ecco come lo ha descritto Baccin: «E’ un esterno offensivo, molto rapido e tecnico. Le sue armi migliori sono il dribbling e la rapidità palla al piede. A chi somiglia? Se devo fare un nome dico Maxi Moralez, il folletto argentino che abbiamo visto all’Atalanta, sia per caratteristiche tecniche che fisiche. Credo sia ormai pronto per il grande salto – ha continuato Baccin. – L’unico dubbio riguarda la sua fisicità, che può essere un limite ma anche un pregio. Francesco nasconde la palla agli avversari e proprio per questo potrebbe rivelarsi utilissimo in determinate partite. Quest’anno è rimasto con noi da fuoriquota perché abbiamo ritenuto avesse un deficit di autostima che penso abbia colmato». 

 

Ma non manca qualche risvolto umanitario, che tocca il cuore.

 

Oggi il Corriere dello Sport ha dedicato una pagina intera a Ebrima Kebbeh, detto Ibra o Samba, un gambiano che ha diciotto anni e sabato scorso ha realizzato il sogno della sua vita, debuttando con la maglia del Palermo nel campionato Primavera. 

 

Kebbeh è un ragazzo di 18 anni ma già vecchio per esperienze vissute, per le drammatiche avventure che ha dovuto affrontare. Un giovane cresciuto troppo in fretta, che sorride poco, ma che quando lo fa, con quei denti bianchissimi, sembra uscire dal buio di un incubo. Nel 2015, ancora minorenne, senza documenti, soldi e parenti, ha deciso di fuggire dal Gambia, lasciandosi alle spalle la miseria e la dittatura di uno dei regimi più oppressivi. Oggi vive un sogno bellissimo.

 

Peccato però che questo settore giovanile rischia di smantellarsi per il ventilato passaggio di Baccin & Co alla Juve, di cui si è recentemente parlato. Sarebbe una perdita incalcolabile, un altro progetto incompiuto e tanto buon lavoro verrebbe di fatto buttato alle ortiche.