Da Ascoli: «In chiave promozione Palermo tagliato fuori»

Gara da dentro e fuori per Palermo ed Ascoli. La nostra intervista ad Annarita Marini, giornalista ascolana del Corriere Adriatico

Da Ascoli: «In chiave promozione Palermo tagliato fuori»

Il Palermo, che continua a non vincere e a non convincere, ospiterà martedì sera al Barbera l’Ascoli. La squadra marchigiana, in piena corsa salvezza, arriva a Palermo galvanizzata da un successo casalingo che al "Del Duca" mancava da quattro mesi. Partita dunque dall’esito tutt’altro che scontato.

 

Tanti i temi di questo match che la nostra redazione ha analizzato con Annarita Marini, giornalista del Corriere Adriatico, a partire proprio dall’ultima gara che gli uomini allenati dall’ex Serse Cosmi hanno vinto per 2 a 1 contro il Cesena:

«È stata una vittoria molto importante in chiave salvezza, potremmo dire quasi determinante – ha raccontato la giornalista – anche perché è arrivata con una diretta concorrente con la quale siamo in vantaggio negli scontri diretti. È tornata la fiducia, ma tutto parte da quello che è successo in settimana, quando il nostro presidente Francesco Bellini, ripartito venerdì per il Canada, ha incontrato una rappresentanza degli ultras e della stampa per raccontare il suo punto di vista. In questo incontro è stata firmata una tregua fra società, tifosi e stampa, un patto per andare avanti, tutti uniti verso la salvezza. Questo ha dato il la per la vittoria contro il Cesena, perché la squadra è scesa in campo serena, non ci sono stati mugugni, se a un giocatore capitava di sbagliare un passaggio non veniva ripreso, è stata una situazione completamente diversa da prima, raggiungere questo obiettivo che per Ascoli è molto importante».

 

A Palermo torna da avversario Serse Cosmi. Nel 2011 la sua avventura sulla panchina rosanero durò appena quattro partite, un’esperienza che, a detta del tecnico, – a parte i soldi e Mondello – è stata totalmente negativa:

«Cosmi non le manda a dire – conferma Annarita Marini – anche dopo la sconfitta con la Pro Vercelli dichiarò a caldo, in diretta, che avrebbe fatto vomitare i giocatori prima di farli giocare nuovamente. Anche il presidente si arrabbiò moltissimo e dopo questa gara mandò la squadra in ritiro. Di solito il nostro presidente queste cose non le fa perché è una persona che ha una veduta diversa delle cose, è italo-canadese e guarda oltre. Il mister è un personaggio, credo che in questo momento ad Ascoli serviva un tecnico come lui per dare un po’ di colore. Non credo che verrà a Palermo con il dente avvelenato, mi sembra una persona tranquilla fuori dal campo, in panchina invece è molto scenografico e colorito. Penso però che sia una persona che dice le cose come le pensa ma senza nutrire astio o rancore».

 

Tornerà da ex anche Gaetano Monachello. La sua cessione a gennaio non è ancora stata ben compresa dall’ambiente rosanero, per il giocatore invece il suo arrivo ad Ascoli potrebbe rappresentare l’occasione giusta per mettersi in mostra:

«Monachello è un ragazzo che ragiona parecchio, non è istintivo, tutto quello che ha guadagnato, lo ha detto anche in conferenza, l’ha fatto con le sue forze. Forse sapeva anche lui che a Palermo, visto lo spessore degli attaccanti rosanero, avrebbe avuto poche possibilità di giocare e quindi l’occasione Ascoli l’ha sfruttata al massimo. Era stato inseguito per due anni dal direttore sportivo, è stato fortemente voluto e dalla prima giornata si è guadagnato il posto da titolare. Gioca veramente bene, è diventato una sorta di idolo della tifoseria perché ad Ascoli piacciono i calciatori che mettono grinta, carattere e forza e lui queste caratteristiche ce le ha. Ma ha anche fiuto per il gol, un bel tiro, senso della posizione ed è un ragazzo molto umile».

 

Il mercato di gennaio ha visto diverse squadre rinforzarsi, a riguardo anche l’Ascoli è corso ai ripari, con l’arrivo del 19enne Franck Kanoutè, il centrocampo ascolano ha acquisito maggiore qualità:

«La vera sorpresa è stato Kanouté, arrivato in prestito dal Pescara - spiega la cronista - Questo giocatore è un piccolo fenomeno che farà strada. Ha esordito a Frosinone e per me non è stata una sorpresa, perché sapevo che tipo di calciatore è, ha rigiocato da titolare contro il Cesena e ha preso in mano il centrocampo. Ha personalità, forza fisica e l’incoscienza di un ragazzo di vent’anni. Ha tutto. Ma ottimi acquisti sono stati anche Ganz, voluto dal presidente, Cherubin e Martinho. Dal mio punto di vista l’Ascoli in questa sessione di mercato si è rinforzato moltissimo».

 

Martedì sera entrambe le squadre giocheranno una partita da dentro o fuori: il Palermo dovrà necessariamente vincere se vuole continuare a sperare in una promozione diretta, altrettanto cercherà di fare l’Ascoli se vuole rimanere agganciato al treno della salvezza.

Per Annarita Marini l’esito finale della gara potrebbe riservare qualche sorpresa:

«Mi aspetto un grande Ascoli che giocherà con forza, cuore e grinta, perché solo così potrà uscire indenne dal "Barbera". Noi - continua la giornalista - abbiamo giocatori molto bravi, ma il Palermo nel suo insieme è tecnicamente forte. La squadra rosanero dovrà temere lo spirito di gruppo dei calciatori ascolani che giocano molto compatti e credo che il più pericoloso di tutti sarà Monachello. Ho la sensazione che l’Ascoli possa vincere, sia per il momento non proprio positivo che sta vivendo il Palermo, sia per l’entusiasmo che l’Ascoli ha ritrovato dopo la vittoria contro il Cesena. È stata la più bella partita dell’era Cosmi e se il Palermo gioca come ha fatto contro la Pro Vercelli e l’Ascoli invece scenderà in campo con le stesse caratteristiche, la stessa grinta, la stessa personalità vista contro il Cesena, credo che possa uscire vincitore dal "Barbera", ma deve restare sempre attento e concentrato e non fare avvicinare il Palermo in area di rigore. Per quel che riguarda invece la promozione diretta, penso che il Palermo sia tagliato fuori. Ho visto l’Empoli al “Del Duca” e non ho dubbi: è la squadra più forte e così anche il Frosinone. Hanno un clima diverso, ad Empoli non hanno pressioni, a Frosinone hanno entusiasmo e unità d’intenti, a Palermo invece si vive di alti e bassi perché è una grande piazza, come ad Ascoli, ci sono pressioni e a volte anche l’ambiente incide».