Henrique: Infanzia povera ma meravigliosa. Il calcio? la mia vita

Henrique: Infanzia povera ma meravigliosa. Il calcio? la mia vita

 

Il centrocampista rosanero Bruno Henrique, intervistato dal Corriere dello Sport, ha raccontato la sua infanzia, tra povertà e l'amore dei suoi genitori: "Nonostante fossimo poveri la mia famiglia è sempre rimasta unita, sempre felice di quello che aveva. Papà si chiama Pericles e mamma Cleusa, i miei fratelli Douglas, il primo a tornare in Italia, e Dyane che alla pallavolo ha preferito una laurea in psicologia. Papà oggi ha un camion tutto suo con il quale fa trasporti, mamma è casalinga, io e Douglas siamo protagonisti in A. Ma prima abitavamo in campagna, in una casa in legno, e stavamo tutto il giorno nella piantagione. Giocavamo con le piante, la terra, con camioncini di legno, pezzi di carta. Non è stata un’infanzia ricca, anzi. Avevamo il giusto per tirare avanti. Papà stava fuori dalla mattina alla sera, mia madre pure e in più sbrigava i lavori più umili, anche nelle case degli altri. Genitori meravigliosi, non esistono parole per descrivere quello che hanno fatto per noi". 

 

Bruno Henrique è soprannominato "Mamona": "Un soprannome che mi hanno affibbiato da piccolo quando, ogni fine settimana, sul pullman che ci accompagnava alle partite di calcio a cinque, mi mettevo nel corridoio tra mio fratello Douglas e altri bambini e cantavo e ballavo, scuotendo mani e corpo, il rock satirico dei Mamonas Assassinos, una band in voga negli anni novanta, oggi riscoperta, cancellata nei suoi componenti originari da un incidente aereo. Musiche particolari per bambini, con salti, giravolte, vestiti da Batman o Robocop. Ero bravo e facevo ridere. Così mi è rimasto ‘mamona’. Ricordi meravigliosi, incancellabili, il calcio è sempre stato la mia vita".