Un Palermo frustrante, per i tifosi e per loro stessi
Il ko contro la Reggiana ridimensiona il Palermo di Dionisi, che torna a vedere grigio dopo gli scampoli di luce intravisti con Modena e Juve Stabia
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Frustrante. L’aggettivo che racchiude meglio il sentimento provato da tifosi e squadra per descrivere una stagione (la seconda di fila) in cui il Palermo vuole essere grande ma sbatte contro la realtà di non esserlo è senza dubbio questo. I rosanero infatti, dopo due vittorie di fila, si ritrovano a perdere in casa di una Reggiana di certo combattiva ma non irresistibile, e piombano di nuovo nella mediocrità.
È frustrante innanzi tutto per la piazza, soprattutto dopo un’estate in cui i soldi sono stati spesi e ci si aspettava di più rispetto al sesto posto (settimo sul campo) conquistato nella scorsa stagione. Purtroppo però il cambio di guida tecnica non ha fatto rendere di più i calciatori che – si diceva – mister Corini avesse depotenziato. La squadra se possibile è stata anche indebolita e assemblata peggio, e inoltre sono stati indisponibili per varie ragioni tre pedine che sarebbero dovute essere fondamentali, ovvero Blin, Pierozzi e Brunori. Di fatto, il 4-3-3 di mister Dionisi non si è mai potuto vedere, grazie in larga parte alla mancanza di terzini di ruolo e di alternative di livello sulle fasce d’attacco, oltre alla grandissima difficoltà ad andare in gol di Henry e Le Douaron.
A fine dicembre si è deciso dunque di dare una sterzata esonerando il direttore sportivo e confermando mister Dionisi, che ha stabilito di cambiare il suo credo tattico. Questo ha portato più compattezza (i giocatori si sentono più a loro agio), ma il gioco ne ha risentito, e i risultati sono rimasti altalenanti: del resto, una squadra costruita male non può diventare un’altra solo cambiando modulo: le carenze sugli esterni sono rimaste tali, così come le difficoltà ad andare in rete. Frustrante, appunto, per una squadra che non è in grado di fare grandi cose, nonostante la piazza le pretenda.
Perché diciamocelo chiaramente, il valore del Palermo ormai è ben definito. Si può affermare con solidità che le prime quattro – Sassuolo, Pisa, Spezia e Cremonese – siano più attrezzate. Vedremo se i grandi colpi di mercato che dovrebbero arrivare riusciranno a colmare un po’ questo gap e permettere ai rosanero quantomeno di centrare un quinto posto che ad oggi verrebbe preso come un successo. Vedremo, inoltre, se la scelta di confermare Dionisi pur non dandogli gli strumenti che gli servono si rivelerà vincente: la società ha avuto coraggio a insistere sulla sua scelta, ma appare chiaro che il tecnico senese abbia bisogno di determinati ingredienti, e a questo punto se non gli vengono consegnati forse sarebbe stato meglio interrompere prima il rapporto per affidarsi ad un mister più pragmatico, sconfessando l’idea originale del Palermo targato City in cui si arriva al risultato attraverso il gioco.
Se pensiamo, però, che il Palermo è al terzo anno di B con un monte ingaggi da top 3 e una valanga di soldi spesi in sede di mercato, tutto ciò, valutazioni annesse, è molto frustrante.