Sette punti e sette motivi di speranza

La preoccupazione è una reazione naturale dopo quattro sconfitte e dieci gol subiti. Ma ci sono pure segnali incoraggianti.

Sette punti e sette motivi di speranza


 

Siamo delusi e preoccupati. Riordiniamo le idee e consoliamoci con sette argomenti che danno fiducia. Sette, come i nostri punti in classifica.

Spalle coperte. Abbiamo preso dieci gol in quattro partite ma abbiamo visto anche un grande portiere. Sorrentino è l'uomo rosanero più pronto, competitivo e costante. Il suo è un ruolo fondamentale.

Istinto congelato. Zamparini in controtendenza con se stesso. Non ha esonerato Iachini: buon segnale, in controtendenza con quel che venne fatto nell'anno della retrocessione.

E' arrivato il centravanti. Il rodaggio è durato un mese e mezzo (troppo, ma non pensiamoci più). Ora si spera che Gilardino, dopo il gol, ritrovi forza ed entusiasmo. Iachini dall'ottava giornata avrà finalmente a disposizione un vero centravanti.

Le cure casalinghe. Niente nazionali per Gonzalez e Vazquez, il primo acciaccato, l'altro escluso. Si resta a casa a cercare la forma perduta. Il costaricano è stanco. L'azzurro deve lavorare con Gilardino e capire qual è la chiave per aprire le difese avversarie. E per non finire in un tunnel di discontinuità che non lo porterebbe né alla Juve né alla Nazionale.

Traverse di traverso. La sfortuna non fa sconti, le statistiche ci vedono primatisti, come nella passata stagione, di tiri finiti sui legni. L'abbonamento a pali e traverse indica anche che concludiamo in porta in modo pericoloso e tutto sommato preciso. Basterà “sbagliare” di qualche centimetro e il problema sarà risolto.

C'è chi sta peggio. Sette partite, ne abbiamo perse quattro. Malissimo. Però, abbiamo tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione, quattro squadre alle spalle e altre tre con i nostri stessi punti.

Botte di ferro. L'ho già citato in altri articoli. Non dico chi è ma garantisco che è simpaticissimo. Si avventura in mille pronostici e non ne indovina uno. Mai uno. Dopo la partita con la Roma mi ha detto: “Ale, siamo in B”. In quel momento ho capito che non devo preoccuparmi. Saremo in A anche tra un anno. Garantito dalla sua infallibile fallibilità.

 

Gonzalez e Gervinho (foto di Pasquale Ponente).