Palermo, poche luci e molte ombre. Al rientro serve una reazione importante

Palermo, poche luci e molte ombre. Al rientro serve una reazione importante

Quattro punti in quattro gare non possono certamente rappresentare un ricco bottino per il Palermo alla prima sosta di campionato. Dopo le premesse di inizio anno, tra amichevoli e trasferta di Coppa, sembrava più che legittimo attendersi una squadra sostanzialmente differente da quella della scorsa stagione sotto molti punti di vista.

Il Palermo ha inizialmente sofferto dal punto di vista fisico: a Brescia è crollato nel secondo tempo e la sconfitta alla prima è stato un segnale negativo. La prova di Pisa ha confermato i dubbi di una squadra che ha notevoli difficoltà a reagire, nonostante il gol subito nei primi minuti e tutto il tempo a disposizione per raddrizzare il match.

L'unico squillo è arrivato a Cremona, la gara più difensiva ed episodica del Palermo: tante occasioni subite, un gol dubbio annullato agli avversari, i moltissimi momenti di apprensione. E infine, il Cosenza: un pareggio amaro, poiché il Palermo ha creato ma anche concesso e lasciato trasparire le sue solite lacune.

In generale, il credo di Dionisi è ancora piuttosto lontano dal sapersi attuare: è soltanto questione di tempo o il Palermo non ha gli uomini giusti? Sicuramente, una costruzione così forzata dal basso risulterebbe complessa anche per molte squadre di Serie A, si figuri per una squadra che non può vantare centrali di tecnica eccelsa. L'assenza di un grande terzino mancino è palese e l'alternanza Lund - Pierozzi ha sortito effetti positivi solo a intermittenza. A centrocampo, Blin deve ancora entrare nei meccanismi, ma è intanto tornato Segre e sarà fondamentale.

Gli esterni alti non trovano finora continuità: ha fatto meglio chi è entrato a gara in corso, ha fatto peggio chi è partito da titolare. Non è un caso che i due unici gol rosanero di questo campionato (altro dato poco esaltante) siano arrivati da due esterni, prima Insigne e poi Di Mariano, appena subentrati in campo. E la punta? Brunori fatica a ritrovarsi, forse non ha ancora trovato la forma, certamente non appare cattivo sotto porta e segnare diviene così molto complesso. Henry invece sta trovando le misure, è un ariete vecchio stampo, sa fare salire la squadra e giocare il pallone con discreta tecnica: potrà tornare utile in molte occasioni, lo ha già dimostrato contro Cremonese e Cosenza.

Ci si domanderà: vi sono le potenzialità per fare un campionato da protagonisti? Con il rientro di Segre, quelli possibili (a breve) di Verre e Baniya, la carta Le Douaron e quei meccanismi ancora da oliare, il Palermo potrebbe dire la sua. Non dominerà di certo, non vincerà in scioltezza, ma vi sarebbero i presupposti per migliorare in breve tempo. Adesso la Juve Stabia a Castellammare / Piacenza (da decidere), il Cesena al Barbera, la Coppa con la complicatissima trasferta di Napoli e poi il Sudtirol a Bolzano. Altre tre trasferte in quattro partite. E ora bisognerà fare la parte del leone.