Palermo, non meriti questo grande pubblico
Il Palermo di venerdì avrebbe meritato soltanto una fredda indifferenza, perché sarebbe suonata più tagliente e pericolosa di una forte contestazione.
Quando anche il tifo del Palermo si sarà spento potremo allora scrivere la parola fine. Ma molto difficilmente questo accadrà, nonostante squadra e dirigenza diano l'impressione di provarci in tutti i modi.
Si dice spesso che perdere si può e si può anche perdere male, ma è importante il come. Il "Barbera" non ti concede alibi allora, perché canta sotto 2-0 davanti all'immobilismo della squadra. Eppure, il Palermo non si dà neppure la minima reazione o la forza di correre.
Avrebbe quindi meritato il silenzio con la gente che usciva a frotte dallo stadio a fine primo tempo. E invece no: la reazione è, come tutte le volte, calorosa, assordante, quasi festante. Capiamo allora che nulla fermerà mai tifose e tifosi del Palermo, che provano ancora a suonare la carica a un collettivo - se così possiamo chiamarlo - ormai inerme.
Ai calciatori del Palermo che dicono di restare attoniti dinanzi al calore di questa gente ricordiamo di alzare ogni tanto lo sguardo e rivedere i colori della curva: basti questo per tornare quantomeno a battersi.
Perché, ripetiamo, perdere si può ma rassegnarsi non è accettabile. Specialmente di fronte a una passione che non si tira mai indietro, neppure se potrà vedere solo due minuti di partita, neppure di fronte al nulla di venerdì sera. Meritateveli, avrete poche volte questa fortuna.