Il Palermo butta al vento punti importanti. E ora è settimo

Il Palermo butta al vento punti importanti. E ora è settimo

Sembrava tutto scontato alla fine del primo tempo, chiuso in scioltezza dal Palermo per 2-0 con tante occasioni sprecate, un buon dinamismo ed un avversario alle corde. Nella seconda frazione si è vista invece in campo tutt’altra squadra: stanca, sfilacciata, confusa e incapace di reagire alla rimonta di un Messina rinvigorito.

Il Palermo ha lasciato emergere, ancora una volta, lacune e punti deboli: il primo gol deriva da una distrazione generale della retroguardia, con Buttaro che si perde Goncalves e Pelagotti che non legge una traiettoria sì ingannevole ma non imprendibile. Il secondo dimostra l’inadeguatezza del reparto di difesa nella lettura di determinate situazioni: Marginean stacca completamente da solo e firma il 2-2.

Da lì, la squadra di Baldini avrebbe mezz’ora di tempo per rivincerla, ma si perde in un bicchiere d’acqua e rischia paradossalmente la debacle definitiva, con Piovaccari che sfiora un clamoroso 2-3. I cambi si rivelano tutt’altro che proficui: escono dal campo i due migliori in campo, Valente, autore di assist, gol e tante giocate importanti e Luperini, sempre pericoloso tra le linee e negli inserimenti offensivi; al loro posto vanno dentro  un impalbabile Felici, uno spaesato Soleri (schierato esterno a sinistra e palesemente fuori ruolo) ed un invisibile Fella.

La squadra accusa la stanchezza, ma prima di tutto una totale mancanza di idee. Si rivede d’improvviso quell’accozzaglia di uomini brava soltanto ad alzare su il pallone per provare a creare pericoli. Ma di fatto non crea nulla e la partita finisce pari, tra i tanti rammarichi e le dirette concorrenti che vincono.

In conferenza, Baldini e Valente provano a rassicurare: “il campionato è lungo”, “inutile guardare adesso la classifica” recitano in coro. Intanto però, questo Palermo è settimo in classifica, il girone è quello di ritorno e gli spettri iniziano a materializzarsi.