Palermo, i terzini sono il tuo tallone d'Achille

Palermo, i terzini sono il tuo tallone d'Achille

La settimana di metà novembre che l’ambiente rosanero si appresta a vivere sarà molto mesta, per il clima, per la sosta nazionali, perché è sempre brutto fermarsi dopo una sconfitta.

Su quanto, in questo inizio di stagione, stia incidendo in positivo o negativo Corini si è scritto davvero tanto. Se vogliamo però sin da ora pensare al futuro (anche perché sarebbe veramente superficiale ignorare la linea societaria che recita come un mantra “stabilità”) bisogna ammettere che la squadra rosanero ha palesato, in queste prime tredici giornate, un’enorme lacuna: i terzini.

E' un ruolo, quello del terzino, fondamentale per il corretto sviluppo di un 4-3-3: permette di avere buona copertura sulle fasce, e soprattutto da' una grandissima mano in fase offensiva agli esterni, che dovrebbero avere sempre la doppia opzione puntare l'avversario/sfruttare la sovrapposizione. Ebbene, si fatica davvero a capire chi debbano essere i titolari in tal senso. Sulla destra ha iniziato discretamente Buttaro, che però per caratteristiche non può offrire quella spinta che servirebbe per aiutare l’ala d’attacco. Mateju è sembrato più pronto, ma anche il ceco ha dimostrato più di una volta di incappare in amnesie difensive clamorose, che sono costate punti pesanti. Oggetto misterioso, fino ad ora, Pierozzi, e reduce da molti acciacchi la bandiera Accardi.

Sulla sinistra c’è la speranza Marco Sala: l’ex Crotone ha fatto intravedere buone cose, ma gli infortuni lo hanno limitato moltissimo. Al suo posto si sono avvicendati prima Mateju (con risultati disastrosi) e più recentemente Devetak e Crivello: il primo ha mostrato limiti dovuti a una fase di adattamento non completata, il secondo ormai da tempo non sembra avere né la gamba né il fisico per reggere il livello della serie B.

In stretta sintesi, il Palermo avrà anche otto terzini, ma questo sembra proprio il reparto su cui intervenire maggiormente a gennaio per regalare a mister Corini quella fluidità sulle fasce che fino ad ora è mancata.