I doni della morte

I doni della morte

 

di Peppe Musso

 


La stagione volge al termine, e seppur con un finale agrodolce, sicuramente è stato un anno pieno più di ombre che di luci. Ma nonostante ciò, un po' come il personaggio della morte in "Harry Potter", questa annata ci ha lasciato in dote tre doni, da usare al meglio per guardare al futuro con più serenità.

 

L'importanza del ritiro: uno dei più grandi talloni d'Achille del Palermo è stata proprio la scarsa forma fisica di inizio stagione, che ha indirizzato le prestazioni e i risultati verso il basso. Questa volta bisogna pensarci meglio, e se le norme anti pandemiche non permetteranno un regolare svolgimento, sarà necessario abbandonare il nido sicuro di Petralia.

 

L'importanza dei calciatori di categoria: eravamo tutti contenti che il Palermo avesse pescato spesso in Serie B, salvo poi rimanere delusi. Molti di coloro che avrebbero dovuto alzare il livello tecnico hanno invece sbattuto contro la spigolosità di questa categoria, ma almeno abbiamo imparato che è meglio andare a cercare uomini smaliziati e grandi conoscitori del girone C, piuttosto che calciatori di belle speranze di categorie superiori.

 

L'importanza del pubblico: non può essere un caso che una delle peggiori stagioni per rendimento interno sia coincisa con il Barbera sempre vuoto. Specialmente in questa categoria, avere uno stadio che spinge e intimorisce gli avversari é fondamentale, e - covid permettendo- il tifo rosanero dovrà essere abbastanza maturo da capire che, nonostante il Palermo non navighi nell'oro, con il suo aiuto può raggiungere qualsiasi risultato.


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