MZ dalle stelle alle stalle. Stavolta senza plusvalenze

Il ciclo Zamparini sta per concludersi nel peggiore dei modi. L'ex presidente andrà via, avendo fallito le ultime scommesse di mercato

MZ dalle stelle alle stalle. Stavolta senza plusvalenze

In mezzo a tanta vergogna, alle scuse a testa bassa, alla delusione procurata, un merito a questa squadra va riconosciuto: se l’ex presidente Zamparini sperava di vincere le scommesse estive, dovrà ridimensionare speranze ed aspettative.

 

L’acquisto a scatola chiusa dei giovani “talenti dell’est” - da Sallai, «una farfalla», al «fenomeno» Posavec, a Balogh, «Il nuovo Cavani» - non ripagherà il patron friulano dopo tanti sforzi e così laute consulenze.

 

Le ultime plusvalenze previste dalla gestione scriteriata di Zamparini non avranno compimento. E la responsabilità è tutta della vecchia “dirigenza”.
Non si può di certo puntare il dito contro un gruppetto di appena ventenni, trasportati in Italia da campionati dove il calcio non è diverso, è un altro gioco; con una lingua difficile da imparare, in una squadra senza uno scheletro, con una struttura precaria perché priva di una base.

 

Questa è stata la fallimentare ed ultima scommessa lasciata in dote al Palermo da Maurizio Zamparini: innaffiare la sabbia, sperando che possa germogliare una ginestra nel deserto
Scomodare Leopardi, tra tanto pessimismo, non sembra azzardato.

 


Il solo Ilija Nestorovski darà gioie alla prossima, nuova o vecchia che sia, dirigenza rosanero: il suo tesseramento è costato appena 500 mila euro. 
Comunque finisca il campionato del macedone, in netta flessione nelle ultime settimane, la sua cessione rappresenterà l’unica ed ultima plusvalenza di Zamparini.

 

Ed intorno ai progetti dell’attuale proprietario del Palermo, tanti giovani e giovanissimi calciatori che rischiano di bruciarsi troppo in fretta. Gli stranieri, carichi di responsabilità gravi, e gli italiani, promesse come Lo Faso, Bentivegna, La Gumina, Marson, impiegati con il contagocce, se non ignorati o mandati a giocare in prestito in Serie B. 

 

A farne le spese è, come sempre, una piazza ferita e disonorata dai giochetti di un presidente che avrebbe potuto ambire ad un posto nell’Olimpo rosanero. Invece, ha scelto di essere l’artefice della disfatta di sé stesso.