Abbiamo scherzato. Anche oggi all'italiana

Articolo di Roberto Chifari

Abbiamo scherzato. Anche oggi all'italiana

 

Abbiamo scherzato.

Nonostante l’illecito sportivo conclamato, il Parma mantiene la serie A. Per i ducali solo 5 punti di penalizzazione da scontare il prossimo anno e carriera finita per Emanuele Calaiò che dovrà scontare due anni di squalifica e 20mila euro di ammenda.

Insomma, il tribunale nazionale federale non emette una sentenza ma una semplice reprimenda agli emiliani.

Il Parma «ha conseguito sul campo la posizione finale in classifica che le ha consentito la promozione diretta in Serie A», per questo il «tribunale ritiene che la penalizzazione riferita alla classifica del campionato di Serie B appena conclusosi, oltre che estremamente afflittiva sarebbe anche «in aperto contrasto con lo stesso principio di afflittività previsto dall’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS», a scriverlo è in un passaggio del dispositivo, lungo 9 pagine, il tribunale della Figc, che da un lato riconosce il tentato illecito ma dall’altro decide di non voler arrecare una sanzione afflittiva al club.

 

Terzi: «Calaiò mi ha sorpreso negativamente»

 

La decisione fa riflettere perché, nonostante la serie A il Palermo l’abbia persa sul campo, i fatti di Frosinone - con il lancio di palloni - e adesso il caso sms tra Spezia e Parma tracciano una politica ben chiara: vale sempre e comunque il risultato sul campo. Nonostante questo non sempre sia stato ottenuto secondo i valori e i principi dello sport.
Secondo il Tribunale quindi «la penalizzazione va operata con riferimento alla stagione sportiva in corso e, solo ove si appalesi inefficace - motivano i giudici - può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva successiva, di talchè, dovendosi individuare la stagione sportiva in corso in quella 1 luglio 2018-30 giugno 2019, la infliggenda penalizzazione sul punteggio non potrà che scontarsi in tale stagione sportiva». 

 

PALERMO, PRONTO IL RICORSO. CAUTO OTTIMISMO

 


Adesso però cambia tutto per il club di viale del fante che senza serie A dovrà prima vendere e poi reinvestire per allestire una squadra che possa ambire alla promozione diretta.
Insomma ce lo aspettavamo, ma eravamo curiosi di leggere la motivazione dei giudici dopo la richiesta della Procura. 
Alla fine dopo un mese in cui si è parlato più di tribunali e sentenze che di campo e tattica: Frosinone e Parma sono nella massima categoria, ammaccate e con qualche acciacco ma giocheranno il prossimo campionato di serie A.
Adesso i ducali che nel frattempo si dicono «amareggiati» ricorreranno in appello, ma se c’è stato illecito la gara tra Spezia e Parma non andrebbe persa a tavolino e i tre punti dati ai liguri?
Una domanda che non avrà una risposta.

 

SENTENZA TFN: IL PARMA ANNUNCIA RICORSO IN APPELLO

 

Emanuele Calaiò viene punito per la sua leggerezza e il Parma per responsabilità oggettiva. Sollevato da ogni responsabilità Fabio Ceravolo che era stato accusato di aver scambiato messaggi apparentemente compromettenti con il difensore spezzino Alberto Masi. 
Fermi tutti perché qui si consuma il delitto perfetto. Una storia che se fosse ancora vivo Georges Simenon troverebbe ispirazione per uno dei suoi gialli, tipo: “Maigret e il telefono scomparso”. 
Ceravolo il giorno dell’interrogatorio non ha presentato il suo smartphone con gli sms e le prove delle conversazioni, ma una denuncia di smarrimento. «Non approfondita - si legge nel dispositivo - l’indagine con riferimento al suo tesserato Ceravolo Fabio (autore dei messaggi indirizzati al calciatore spezzino Alberto Masi) il quale, se pure pronto a mettere a disposizione della Procura Federale il proprio telefono cellulare, non ha potuto dare corso a tale disponibilità per lo smarrimento del terminale, come da denuncia presentata all’autorità giudiziaria nel medesimo giorno dell’audizione. Rileva, dunque, che il tentativo di illecito è stato respinto dai destinatari e che, per quanto è dato sapere, salvo ulteriori elementi che dovessero emergere da eventuali successive indagini, la Società ha conseguito sul campo la posizione finale in classifica che le ha consentito la promozione diretta in Serie A».


Lasciatecelo dire: la sentenza di oggi è la solita decisione all’italiana. Tanto rumore per nulla. Chapeau.

 

di Roberto Chifari