Zamparini, cessione Palermo e la gestione inglese: parla Facile

Zamparini, cessione Palermo e la gestione inglese: parla Facile

 

Emanuele Facile è stato amministratore delegato del Palermo incaricato dalla Sport Capital Group, l'esperienza di Facile è stata breve e fallimentare e si conclusa con la cessione delle quote al duo De Angeli-Foschi dopo varie trattative con più cordate. 

 

In un'intervista a lavocedinewyork.com Facile parla del possibile compratore del Palermo che dovrebbe arrivare entro il 16 marzo: «Un soggetto estero con una passione per il calcio e per il territorio, al di fuori della complessità locale e con un progetto di medio-lungo termine».

 

GESTIONE INGLESE 

«A fine anno Zamparini aveva molta fretta di vendere per presentarsi al giudizio della Corte di Cassazione senza essere più proprietario. Questo ha indotto gli inglesi a costruire l’operazione senza il tempo di predisporre in anticipo i capitali e senza assemblare un management team coeso. Alle prime difficoltà, tutto è andato in crisi. Zamparini ha fatto moltissime operazioni aggressive, ha accumulato debiti e istanze di fallimento, poi ha iniziato a inquinare l’ambiente».

 

CESSIONE PALERMO

Adesso Foschi deve vendere la società per evitare altri problemi con le scadenze e far partire un progetto serio. Ma con chi ha trattato Facile? L'ex ad ha confessato l'operazione, in primis, con York Capital, ma aveva bisogno di tempo «per completare la due diligence e si è subito defilato; Rocco Commisso attraverso il suo management team con cui c’è stata un’interlocuzione intensa e un lavoro serrato nelle ultime due settimane; un terzo individuo, del quale non posso farvi il nome, di una famiglia proprietaria di un’importante squadra di basket americana. Per chi deve decidere in una settimana, dieci giorni al massimo è molto difficile. È un tema di Paese, perché l’Italia è piena di regole e, vista dagli Stati Uniti o dall’Inghilterra, sembra sempre che dietro la complessità ci sia una truffa».

 

DEBITI

«Sono debiti finanziari, debiti scaduti. All’acquirente non è richiesto di mettere subito tutti questi soldi, ma se ne deve fare carico. Oggi la gestione produce delle perdite: in serie B, quindi fino al 30 giugno 2019, la società accumula un passivo. Se andrà in A il quadro economico cambia completamente, ma se rimane in B ai 28 milioni se ne aggiungono perlomeno altri 10-11 per la prossima stagione. Bisogna quindi fare in modo che chi la compra possa ridurre il rischio in caso di mancata promozione e che parte del fardello sia sopportato dal venditore».


IMMAGINE  SIAMO SU INSTAGRAM


 

 

 

ALTRI ARTICOLI

 
 

• PALERMO-MIRRI, IL COMUNICATO DELLA SOCIETÀ

 

• Accardi: «Gruppo importante pronto a rilevare il Palermo»

 

• Palermo, quella sublime corrispondenza di amorosi sensi