Valerio Tripi: "Ballardini ha poco tempo per riuscire a trovare la quadratura del cerchio"

Ospite della settima puntata di Rotocalcio il giornalista palermitano ha commentato la decisione di esonerare Beppe Iachini e la scelta di affidarsi a Davide Ballardini

Valerio Tripi, giornalista de La Repubblica, è stato ospite della trasmissione Rotocalcio ed ha analizzato, insieme agli altri ospiti, il terremoto scoppiato in casa Palermo due giorni dopo la vittoria sul Chievo. Argomento principale della serata non poteva che essere l'esonero di Beppe Iachini; i problemi tra il tecnico e la società sono spesso divenuti di dominio pubblico attraverso la stampa. La battuta dopo la partita col Chievo ne è un esempio. "Sì, era una battuta che riprendeva le dichiarazioni del giorno prima, quando ai giornalisti aveva detto che lui non era uno che si dimetteva, non essendo uno abitutato a lasciare da perdente. Questo è stato il primo segnale che l'esonero probabilmente non fosse poi così inaspettato. Se uniamo le parole di Iachini a quelle di Sorrentino, a favore del tecnico, tutto lasciava pensare che qualcosa in pentola bollisse già. In più la conferenza di vigilia sembrava quasi un addio. Mettiamoci anche le dichiarazioni d'inizio stagione, secondo cui per il tecnico la squadra fosse incompleta; mettendo assieme tutte queste cose, va da sé pensare come la situazione non fosse più di gradimento per Zamparini." Il 12° posto è una condizione ideale per iniziare un percorso che conduca ad una tranquilla salvezza? "Ballardini ritiene che questi sono i punti che la squadra fino a questo momento ha meritato. Come il tecnico ha sottolineato, non c'è molto tempo per fare esperimenti e trovare la giusta quadratura del cerchio. Analizzando il tempo che manca al mercato invernale, mi viene da pensare come farà a trovare questa quadratura. La rosa è quella che è: ci sono giovani che possono anche essere promettenti, ma sono giocatori che vengono da campionati esteri o dalla primavera, senza nulla togliere alle loro qualità; ritengo, quindi, che la squadra abbia un organico inferiore rispetto a squadre come Sampdoria e Genoa. Tripi, interpellato su Quaison, dice la sua sul giocatore svedese e sul suo utilizzo da parte dell'ormai ex tecnico Iachini. "Mi chiedo quale sia il ruolo di Quaison. Ritengo che non sia mai stata una colpa di Iachini quella di non riuscire a trovare la posizione adatta per il numero 21. Il giocatore ha spunto e velocità, contro una squadra stanca può essere devastante; più volte lo svedese ha fatto presente il fatto che esterno destro non volesse giocare, quindi credo che sia un limite del giocatore il fatto che non riesca a ritagliarsi un ruolo ben definito."

Non si può non parlare di quello che sembra ormai essere un caso tra le fila rosanero: l'involuzione di Lazaar. "Se ben ricordo, Iachini lamentava problemi relativi esclusivamente alla fascia destra, quindi non credo che siano da ritrovare qui i motivi dell'involuzione di Lazaar. Non voglio fare l'avvocato del tecnico, ma a pensarci adesso, analizzando le varie defezioni, malcontenti, infortuni e mancanze qualitative con cui ha dovuto convivere l'allenatore in questa stagione, si giustificano, quasi, gli esperimenti cervellotici che quest'anno Iachini ha provato. Un esempio è stato il riutilizzo di Andelkovic a discapito di El Kaoutari, mancino e preso appositamente per occupare quel ruolo, tornando, così, ad affidarsi alla difesa dello scorso anno che aveva subito più di 50 gol."

Ultime battute, infine, dedicate ad uno dei temi che sta facendo maggior clamore: la divisione del tifo organizzato in Curva Nord. "Scopriamo l'acqua calda dicendo che l'unità della curva sarebbe una marcia in più per la squadra. Non voglio entrare nelle dinamiche dei problemi che attorniano le varie fazioni che fanno parte della Nord. Credo, comunque, che per ora non ci siano i presupposti per riuscire a mettere da parte i dissidi a favore dell'intento comune che è sostenere il Palermo. Ricordo l'entusiasmo che lo scorso anno si era generato in Curva Nord Inferiore, sarebbe bello ricreare un'atmosfera simile."

Manuel Bruno