Un salto di quantità

Un salto di quantità

Si potrebbe parlare di male necessario: male quantomeno per loro, esclusi eccellenti del “nuovo” Palermo costretto a badare più al risultato che a qualsiasi velleità giochista.
Dario Saric e Leo Stulac, pezzi pregiati della campagna acquisti che ha rivoluzionato l’organico rosanero, oggi guardano i compagni dalla panchina.

I freddi numeri danno ragione alla scelta difficile che dopo Terni si è resa quasi obbligatoria: rinunciare alla qualità - fin qui soltanto sulla carta, in potenza - per fare un salto di quantità.
Da quando i due “gioiellini” del calciomercato non fanno parte dell’undici titolare scelto da Corini, il Palermo ha iniziato non a giocare meglio, ma a portare a casa il risultato.

Dall’inserimento a centrocampo di Claudio Gomes e Jeremie Broh i rosanero non hanno più perso: due pareggi, due vittorie e porta inviolata da 270 minuti. Non può essere un caso, e la spiegazione potrebbe trovarsi nelle caratteristiche degli interpreti calate dentro un’equazione tattica e di approccio ai match: Gomes e Broh danno senza dubbio più garanzie a tutta la fase difensiva del Palermo, dal punto di vista del contenimento, della corsa e in una parola della solidità.

Chiaro che l’esclusione di giocatori come Stulac e Saric implica una ricerca più tortuosa, forse ad oggi irraggiungibile, di una manovra offensiva che risulti più fluida, piacevole, persino divertente.

Delle due l’una: o ad acque chete, con una classifica rassicurante e una identità chiara, Corini proverà a reinserire gradualmente i due esclusi per andare alla ricerca di qualcosa di diverso anche dal punto di vista del gioco, oppure proseguirà sulla linea risultatista, poco attraente, per nulla avvincente, da prima non prenderle e contropiede, che però ha riportato il Palermo in zone tiepide della classifica, dando ossigeno e soprattutto fiducia a tutto il gruppo.