Palermo, senza Lucioni sono guai: l'analisi del tracollo difensivo rosanero
Può un solo uomo incidere così tanto in un reparto di squadra? I freddi numeri sembrano dire di sì. Da quando Fabio Lucioni ha dovuto alzare bandiera bianca causa infortunio muscolare, la difesa del Palermo è diventata un colabrodo, e la squadra di Corini, salvo sporadici episodi, ha sempre dovuto segnare valanghe di gol per portare a casa l’intera posta. Ma analizziamo meglio i dati.
L’ultima gara giocata dall’ex Frosinone da titolare risale alla diciassettesima giornata. Fino a quel momento i rosanero avevano subito 18 gol, e la media è facilmente calcolabile: poco più di una rete a partita. Oggi, alla fine della ventinovesima giornata, i gol incassati dal Palermo sono 38: venti in più, con una media che in questo intervallo schizza a 1.67. Si tratta di quasi due gol a partita, decisamente troppo per una squadra che ha ambizioni di promozione, che sia diretta o tramite i playoff.
Come è facilmente intuibile, la prima motivazione sta nell’inadeguatezza delle alternative. Pietro Ceccaroni, senza l’ausilio del suo compagno titolare, è andato troppo spesso in difficoltà. Nedelcearu, alla fine, ha dimostrato di poter sopperire, e ha di certo aiutato la squadra con due gol che sono valsi punti, ma non è bastato a limitare i danni. Nelle occasioni in cui è sceso in campo anche Ivan Marconi senza il numero 5 sono arrivati un beffardo pareggio a Como e la cocente sconfitta di Brescia.
Pesa come un macigno, a questo punto, la scelta da parte della società di non operare in questo settore di campo durante il mercato di gennaio. L’arrivo di Diakitè ha dato slancio alla fascia destra, ma purtroppo non è bastato. Sapendo, per di più, che nella zona sinistra i terzini rosanero non sono proprio eccezionali in fase di copertura (sia Lund che soprattutto Aurelio) la mancanza di un altro difensore centrale è costata tanti punti al Palermo, punti che, si spera, verranno recuperati con un grande finale di stagione, magari con un Fabio Lucioni ritrovato.