Un libro per Vito Chimenti. Mirri: "È stato un mito"

Un libro per Vito Chimenti. Mirri: "È stato un mito"

"Vito Chimenti. Un eroe rosanero", è questo il titolo scelto dall'autore del libro Enrico Buccheri, che ha voluto raccontare in 136 pagine un grande e storico calciatore del Palermo.

Si è tenuta oggi, allo stadio 'Renzo Barbera', la presentazione ufficiale del libro, che è edito da Kalos. Queste le parole di Buccheri: "Scrivendo la biografia ho scoperto anche il Vito Chimenti uomo e mi ha sbalordito. Un personaggio che parte da un sottoscala e conquista Palermo con l’amore. Ha dovuto sempre pedalare in salita, senza mai cercare un tramezzo per sviare l’ostacolo, sempre affrontandolo".

A presenziare l'evento vi era anche il presidente Dario Mirri, che ha così voluto parlare dei suoi ricordi legati a Vito.

“Le emozioni sono quelle del tifoso che ha vissuto la gioventù dietro questo mito, perché questo era, un mito. Oggi si sa tutto dei calciatori, allora se riuscivi si andava allo stadio e basta, non si potevano vedere nemmeno le partite a casa. Lui era irraggiungibile, ho voluto dare una testimonianza da tifoso. Grazie a Vito e a mio zio Renzo mi sono innamorato, grazie a Vito che era il bomber abbiamo sognato di tornare in serie A. durante la finale di coppa Italia di allora, che per me fu un sogno, piansi alla fine. Lui ha anche segnato, fu leggenda, i sogni furono spezzati da un intervento di Cabrini sul suo ginocchio.  

Vito aveva dentro di sé questo enorme dispiacere di non averci regalato quella vittoria. Tante cose si dissero su quella gara, ma davvero lui non fu in grado di giocare il secondo tempo. Negli anni successivi, nelle figurine di dovunque lui andasse, io vedevo nei suoi occhi il dispiacere di non aver completato la sua opera. Dove adesso è andato Vito ci sta continuando a seguire, e aspetta di gioire ancora con noi”.

All'evento erano presenti anche la figlia di Vito, Floriana, e la moglie Anna, che ha anche preso parola con questo intervento:

“Vito è andato via da Palermo con rammarico, perché la società aveva problemi. Quel rammarico se l’è portato sempre dentro. Siamo venuti nel 2015 per un’amichevole, in quel momento lui andò verso la curva nord: lui li amava, li chiamava poveri di moneta ma ricchi di cuore. Non ha saputo trattenere quell’emozione, e quando ha sentito che il Palermo era stato preso da Dario Mirri si è rifatto coinvolgere. Lui guidava e parlava al telefono, seguiva tutto, come se facesse parte della società. Se ci fosse oggi avrebbe pensato di tornare indietro, noi non stiamo in D ma in B, grazie a Dario Mirri. Se c’è la possibilità di andare in A ci andremo, altrimenti dovremo accontentare. Ma mai dobbiamo dimenticare ciò che ha fatto Mirri per il Palermo”.