Sapevate che se il Palermo non comprerà nessuno la colpa è dei giornalisti?

Il presidente ieri ha attaccato i giornalisti, rei di aver divulgato notizie relative ad un presunto imminente fallimento. Tali notizie indurrebbero società, atleti e procuratori a dubitare della solidità economica della società

Il Presidente Zamparini, con un comunicato apparso ieri sul sito ufficiale del club, diffida gli organi di stampa che nei giorni scorsi hanno pubblicato notizie sulla precaria condizione economica della US Città di Palermo, ipotizzando scenari di prossimi fallimenti e di presunte consegne di chiavi della società al sindaco. Nello stesso comunicato il numero uno di viale del fante sostiene che le notizie uscite siano ancor più pregiudizievoli per la società, considerato che la loro divulgazione avviene in concomitanza allo svolgimento della campagna trasferimenti invernale ed incide negativamente sui rapporti della U.S. Città di Palermo con le altre società di calcio, gli atleti ed i procuratori sportivi, inducendo tali soggetti a dubitare della solidità economica e patrimoniale della società e della possibilità che essa possa onorare gli impegni. In parole povere se il Palermo non farà mercato la colpa è dei giornalisti, che hanno messo in dubbio l'affidabilità finanziaria del club. "La calunnia è un venticello" diceva Don Basilio, ma erano altri tempi. Oggi per dimostrare solvibilità si usano altri tipi di garanzie e non sarà di certo una voce incontrollata a rovinare l'onorabilità del Presidente. Lo sa bene Zamparini, che forse invece di puntare il dito sulla stampa, com'è solito fare da anni, dovrebbe pensare a non perdere tempo. Anche perché con la squadra pessima che ci ha "regalato" quest'anno, gli interventi sul mercato invernale avrebbero dovuto essere intavolati a novembre, per poi essere ufficializzati al primo giorno utile, ovvero il 2 gennaio 2017. E invece siamo al 20 gennaio e il tempo si è perso a minacciare esoneri, a nominare nuovi ds, a scrivere lettere all'agenzia delle entrate, rea di aver bloccato il fido al Palermo calcio, ad acquistare giocatori privi di nome e di esperienza nel campionato italiano consigliati dai soliti "amici". E adesso si continua a fare "fumo", per nascondere l'arrosto bruciato, attaccando e minacciando gli organi di stampa e assoldando perfino due avvocati per replicare ad una semplice supposizione. Zamparini si chieda perché perfino il sindaco di Palermo ha deciso di far controllare il suo operato. Allo stesso modo si ponga una domanda e si dia una risposta sul fatto che lo stadio domenica contro l'Inter sarà disertato perfino dalla curva 12, che finora aveva tenuto duro e aveva sostenuto la squadra. Zamparini rifletta sul perché una città intera, che tanto lo aveva amato in questi anni, oggi gli ha voltato le spalle. Un aiuto possiamo darglielo noi: perché per il presidente le colpe non sono mai sue, ma degli altri. Prova ne sono il numero spropositato di allenatori esonerati in questi anni e i dirigenti licenziati e dimissionari che sono passati dalla sua gestione. Tutti uomini che sono stati fatti fuori o che si sono fatti fuori perché accusati di essere i responsabili di sconfitte, di annate storte o di errori in fase di calciomercato. Chi è rimasto al suo fianco (Corini a parte), lo ha fatto probabilmente solo per interesse. Oggi il presidente decide di cambiare mira e punta i giornalisti. Ma l'accusa è rimandata al mittente. Rimangono 11 giorni scarsi alla chiusura del calciomercato: Zamparini si adoperi per cercare di porre rimedio al disastro fatto in questi ultimi mesi, cercando di comprare elementi pronti per provare a salvare la squadra dalla serie B. Se così non dovesse andare la smetta di cercare alibi e capri espiatori, e non si stupisca se ancora una volta sarà criticato aspramente, perché è ormai sotto gli occhi di tutti che è lui l'unico responsabile di questa caduta verticale e rovinosa.

Michele Sardo