Al Palermo mancano ancora le ali
La serata del Barbera è stata sicuramente spettacolare, per atmosfera, calore, show di luci, ma per quanto riguarda il campo la squadra di Alessio Dionisi non può aver lasciato del tutto soddisfatto il popolo rosanero. La sensazione generale, al di là di questioni tecniche e tattiche, è che a questa squadra manchino ancora le ali. Non tanto quelle offensive, ché tra Di Francesco in crescita, Di Mariano prezioso dalla panchina e Le Douaron che aspetta un'occasione potrebbero mostrare cose interessanti, quanto più quelle che servirebbero per spiccare il volo.
È stato un Palermo nel complesso diverso da quello visto negli ultimi due anni, soprattutto in contesti casalinghi con squadre arcigne, e i ragazzi in maglia rosa si sono mossi anche per larghi tratti della gara in maniera apprezzabile dalla metacampo in su, producendo una mole di gioco non banale, con almeno 5 occasioni nitide malamente sciupate; quello che preoccupa però è questa tendenza a portarsi ancora dietro gli strascichi di alcune zavorre mentali e strutturali, sulle quali Dionisi dovrà assolutamente lavorare per allegerire un organico che, per quanto magari deficitario sotto certi aspetti, ha il potenziale per esprimersi ancora meglio.
La squadra ha controllato la partita per 35 minuti, poi la doccia gelida di un gol preso ingenuamente, sintomo di una fase difensiva troppo ballerina, e la luce si è spenta per 40 minuti, dinamica tipica del Palermo osservato nelle precedenti stagioni. Il Cosenza ha impostato la ripresa con l'atteggiamento di chi sa smorzare l'entusiasmo e la verve avversaria, con personalità e una leggera malizia, e sembrava poter far scivolare verso il 90esimo il risultato favorevole. Poi la qualità che al Palermo non manca ha generato la rete del pari, e un timidissimo arrembaggio finale è stato insufficiente a completare la rimonta, mancando forse quella mentalità dominante da formazione che nei momenti topici sa prendere in mano la situazione senza guardare in faccia nessuno.
Quello che ci ha lasciato la sfida di ieri sera è che Dionisi stia mettendo a punto un progetto calcistico potenzialmente efficace, ma che, tra limiti individuali e necessità di tempo per carburare, sembra non aver ancora la giusta quantità di piume sulle ali per lasciare il nido e librarsi in volo con disinvoltura. Ora 2 settimane da sfruttare adeguatamente per amalgamare tutti gli ingredienti e presentarsi alla ripresa del campionato con meno incertezze e un'identità più solida