Rajkovic: «Stellone concreto come Ballardini, stimavo Tedino»

Il difensore serbo si racconta al Corriere dello Sport, dai suoi primi passi in carriera ai suoi allenatori avuti a Palermo

Rajkovic: «Stellone concreto come Ballardini, stimavo Tedino»

 

Ha superato due lunghi infortuni durante la sua esperienza a Palermo, ma adesso è rientrato ed il posto da titolare non lo ha mollato più.

Slobodan Rajkovic è diventato il perno della difesa di Roberto Stellone anche perché Bellusci e Struna saranno in infermeria fino alla fine della stagione. Intervistato dal Corriere dello Sport l'esperto centrale serbo si è raccontato partendo dall'inizio della sua carriera:

 

GLI INIZI

«Ho passato dieci giorni con Wenger, il suo era uno sguardo di un mago. Poi si fece avanti il Chelsea, aveva più quattrini, tutti dicevano che avrei sostituito un mito come Terry. Invece, niente permesso di lavoro, fratture, una storia dannata - ha raccontato Rajkovic -. Un errore però l'ho fatto. Il Chelsea mi propose altri 5 anni di contratto che rifiutai. Avrei fatto gavetta in giro per l'Europa. Al posto giusto nel momento sbagliato, risposi che volevo firmare per una squadra nella quale giocare e crescere. Errore, ma te ne accorgi dopo... In Olanda avevo vinto 2 scudetti, ad Amburgo invece cominciai malissimo. Avevo un caratterino, è vero, mettevo naso su tutto, da primo della classe o forse studiavo da leader. In allenamento, 5 contro 5, urlai a Son: perché non passi la palla? Perché non hai fatto gol? Una parola tira l'altra, scoppiò la rissa. Il mio biglietto da visita! Tornerei indietro per non rifare le stesse cose. Ma dagli errori ho imparato». 

 

VITA PRIVATA

Slobodan Rajkovic ha raccontato anche qualcosa della sua vita privata: «Papà mi portava a vedere la Stella Rossa. Sono cresciuto con l'immagine di Mihajlovic, Stojkovic, Savicevic, Prosinecki, Binic, Pancev... A Belgrado, a 16 anni, che fortuna! Giocai nell'under 21 con Kolarov, Ivanovic, Basha. Ho tifato per la Lazio quando ha preso Mihajlovic e Stankovic e per l'Inter con loro due in nerazzurro. A casa, partite in tv da mattina a sera. Mi piace la Premier, seguo il Real per Ramos, ammiro il Barca per Piqué, guardo ogni difensore centrale e lo studio, soprattutto Piqué, ma il mio idolo è Rio Ferdinand e, ruoli a parte, Zidane».

 

SETTE ALLENATORI

Infine, il difensore rosanero ha parlato della sua esperienza a Palermo e dei suoi allenatori che sono passati dal capoluogo siciliano: «Ballardini, esperienza e sicurezza; De Zerbi grande idea di gioco di calcio giovane e spregiudicato; Corini trasmette serenità e sa stare coi calciatori. Lopez e Bortoluzzi li ho conosciuti poco. Tedino ha svolto un buon lavoro, mi stimava, lo stimavo. Ha avuto infortuni e meriti, è caduto su alcuni risultati. Il calcio è fatto di episodi, lo so. Stellone è bravo come allenatore e come uomo. E concreto, come Ballardini. La sua età e il suo entusiasmo ci aiutano. Sembra un calciatore e riesce a trasmetterci idee condivise. Adesso voglio dare tutto, i giorni difficili sono alle spalle, con tanti ragazzi attorno come La Gumina, Rolando, Dawidowicz, mi sento un ragazzino. Coronado? Magie da fuoriclasse. Il suo apporto tattico è notevole malgrado sia un fantasista. Ecco perché i tecnici italiani sono i migliori. Igor potrebbe risultare decisivo. A lui bastano un paio di colpi per risolvere le ultime sfide e portarci in A. Se il Frosinone...».