Boscaglia out, oppure no?

Boscaglia out, oppure no?

Perché cacciare l’allenatore; perché tenerlo.

Da quando esiste questo sport, è sempre il tecnico il primo a pagare per i risultati che non soddisfano. Ecco perché non stupisce l’esercito di tifosi armati di tastiera che ormai da qualche tempo chiedono l’allontanamento di Roberto Boscaglia dalla panchina del Palermo.

 

Se l’obiettivo non viene centrato, o se le avvisaglie dicono che con ogni probabilità non verrà centrato, è l’allenatore che paga: in primo luogo perché è lui la guida, il leader e, nella fattispecie, l’elemento più importante della campagna acquisti della scorsa estate, quando l’accoglienza fu quella che si riserva ai protagonisti che spostano gli equilibri di una stagione; e poi, è ovvio, è più facile cambiare un allenatore che venti giocatori.

 

Dal proprio canto, Boscaglia ha ricordato che ha accettato l’incarico rosanero con un punto fermo: il progetto a lungo termine. Per diverse motivazioni: perché dopo la Serie D, la squadra è stata rifondata, sono arrivati dodici nuovi giocatori, il girone C di Serie C è il più difficile, le sue idee hanno bisogno di tempo per essere assimilate.

E allo stesso tempo, però, tra il dire - l’accettabile anno di transizione - e il fare - l’undicesimo posto, persino fuori dalla zona playoff, alla 23esima giornata - c’è di mezzo il mare.

Ci sono difficoltà, evidenti, che vanno oltre l’ordinaria amministrazione di un campionato sofferto, condizionato da mille ostacoli.

 

E del resto, rimane il dubbio di una sopravvalutazione generale dell’organico che a Boscaglia è stato affidato: insomma è la squadra non all’altezza del proprio allenatore, o l’opposto? Difficile rispondere, perché è necessaria una nuova guida per comprendere se sia proprio il tecnico a frenare le potenzialità di questi giocatori, o se invece chi scende in campo questo può dare e nulla più.

 

Ma tra tante incognite, resta un fatto: 22 formazioni diverse in 22 partite significano una cosa sola: negli interpreti di cui dispone, l’allenatore non trova certezze. E non è difficile immaginare che gli stessi interpreti non trovino certezza in chi li guida.


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