Palermo, adesso anche la squadra si prenda le sue responsabilità

Palermo, adesso anche la squadra si prenda le sue responsabilità

La sosta che vedrà il Palermo fermo fino a domenica 26 sarà lunga, lunghissima, per i tanti motivi che tutti conosciamo. La decisione della società di non esonerare mister Corini, sfiduciato anche da tutta la piazza oltre che dai risultati dell’ultimo mese non può lasciare contenti, così come l’assoluto silenzio da parte dei piani alti, almeno fino ad ora. Ma così è. 

È il momento, dunque, di concentrarsi su altro. Di certo l’asset societario si sarà confrontato e si starà confrontando con il mister su ciò che non è andato dal punto di vista tecnico-tattico: la assoluta involuzione della manovra offensiva unita alla perdita dell’impermeabilità di inizio campionato sono più di un campanello d’allarme, e di sicuro ci si lavorerà. Bisogna, però, spostare anche la lente d’ingrandimento sul rendimento dei singoli giocatori, che a parte qualche piccola eccezione, rasenta per tutti l’insufficienza piena.

Attenzione, nessuno vuole negare le responsabilità di una guida tecnica fino a ora non efficace, ma bisogna anche fare nomi e cognomi: Liam Henderson, dopo un’ottima partenza, si è seduto. Leo Stulac si prende troppe pause all’interno delle sue partite, intervallando buone cose al nulla cosmico. Di Francesco dopo un avvio incoraggiante, complice l’infortunio, si è spento, e Roberto Insigne sembra un lontano parente del giocatore ammirato a Benevento e Frosinone (piazze che, tocca ripetermi, hanno leggermente meno pressioni di Palermo). Persino Lucioni si è andato appannando di partita in partita.

Anche la vecchia guardia sta deludendo: Di Mariano, al netto degli infortuni, continua a non ritagliarsi uno spazio importante in squadra. Mateju ha troppi blackout, davvero troppi, così come anche Segre che tende spesso a sparire dal campo. Brunori, almeno a detta di chi scrive, è la più grande vittima di questa situazione: sì, è vero, si intestardisce spesso, ma ditemi voi in che stato deve essere un attaccante da 50 gol in due anni che non viene messo in condizione di tirare per intere partite consecutive.

Insomma, di carne al fuoco ce n’è veramente tanta: tutto quello che si poteva scrivere e dire su Corini è già stato scritto e detto. Adesso ci si concentri sui giocatori: è lecito, legittimo e doveroso aspettarsi di più da un gruppo squadra che, a vedere le carriere, è da serie A.