Mutarelli splendido gregario di una squadra stellare

Ricordo di un sogno diventato realtà

Mutarelli splendido gregario di una squadra stellare

Quando si dice che la costruzione di una squadra passa dal giusto mix tra quantità e qualità, si può tranquillamente affermare che ciò è assolutamente vero e Massimo Mutarelli, splendido gregario di un Palermo stellare, ne è la conferma.

 

Nato a Como il 13 Gennaio del 1978, l'ex centrocampista rosanero ha militato nel capoluogo siciliano dal 2002 al 2006 collezionando 133 presenze e 6 reti.

 

Le caratteristiche principali in campo di Mutarelli erano correre e arginare il gioco avversario, ma tuttavia non disdegnava la partecipazione al gioco offensivo e la conclusione verso la porta avversaria.

 

Arrivato a Palermo nel primo anno dell'era Zamparini, ha vissuto tutta la fase di crescita della squadra rosa, sfiorando la Aerie A il 7 Giugno 2003, nella fatidica sfida dell'ultima giornata di campionato a Lecce.

 

L'anno successivo partecipò alla promozione storica nella massima serie da protagonista assoluto, in un centrocampo che veniva orchestrato dal genio di Eugenio Corini.

 

La partita del cuore di Massimo Mutarelli fu una di quelle che il popolo che tifa Palermo difficilmente riuscirà a dimenticare: Palermo - Triestina del 29 Maggio 2004:

«E' stata la chiusura del cerchio – ha esordito l'ex mediano rosa – che era iniziato l'anno prima con il famoso travaso di giocatori dal Venezia al Palermo. La settimana che precedette la gara decisiva con la squadra alabardata – ha continuato Mutarelli – fu molto emozionante per il clima d'attesa che si era creato. Andare in giro in una citta tutta colorata di rosanero era veramente incredibile. Ricordo i tanti tifosi che vennero in albergo il giorno della gara – ha raccontato emozionato – sfidando i cordoni di sicurezza in cerca di un contatto con la squadra, il tragitto che ci condusse allo stadio tra ali di folla festanti. E dopo l'arrivo, l'entrata in campo, due ore prima del calcio d'inizio, con uno spettacolo davvero impressionante, pieno nella totalità della sua capienza, si vedeva la gioia negli occhi della gente.

La partita fu abbastanza facile – ha ammesso l'ex centrocampista – la Triestina evidentemente non aveva nessuna voglia di rovinarci la festa. Luca Toni si confermò bomber implacabile con una micidiale doppietta e poi, al fischio finale, non capimmo più nulla. Festeggiammo a lungo con i nostri tifosi in campo, che non avrebbero voluto che rientrassimo negli spogliatoi e, a notte inoltrata, andammo tutti, squadra e dirigenti, a festeggiare al Charleston di Mondello. Il direttore Rino Foschi aveva fatto un buonissimo lavoro, tanto che l'ossatura della squadra venne mantenuta anche l'anno successivo in Serie A e con innesti mirati di categoria, riuscimmo a raggiungere addirittura l'Europa League».