Russia 2018. Quel nodo di Gordio mai sciolto con l'Occidente

Da Alessandro Magno a Vladimir Putin, uno sguardo alla prima nazione dell'est Europa ad ospitare la Coppa del Mondo

Russia 2018. Quel nodo di Gordio mai sciolto con l'Occidente

La peregrinazione erodotea, contrariamente all’etnocentrismo di Tucidide, proclamava lungo un filo teorico di ricchezza intellettuale e curiosità, il contatto fra Oriente e Occidente. Un secolo dopo, nel IV sec a. C, secondo la leggenda, Alessandro Magno tagliava il nodo di Gordio in segno di risoluzione della diversità tra la Frigia e la Macedonia, ma anche e soprattutto come simbolo di assoggettamento del Levante. La pietra miliare che avoca a sé il confine tra Europa e Asia e che ha una storia millenaria, l’attuale Russia, da sempre luogo di scorribande, solo in teoria si poneva ieri e si pone oggi come punto di mediazione in ottica pacifista.

 

Dal crollo del muro di Berlino all’epoca odierna di segnali distensivi ce ne sono stati con il vecchio Continente. Soprattutto e per la maggior parte attraverso lo sport: dalle storiche olimpiadi fino al primo mondiale di calcio che partirà fra qualche settimana nel punto più ravvicinato fra due culture che si derivano l’una dall’altra. Sarà infatti la prima volta che i campionati del mondo si terranno in un Paese dell’Est. Un’apertura non indifferente accompagnata però da tante critiche e da una certa “russofobia” nei confronti della dura politica del presidente Vladimir Putin, che al calcio forse preferirebbe molto più i vecchi abiti da pugile, visti anche i risultati della nazionale del “cremlino”.

 

Ma in effetti c’è una profonda dissonanza che irrigidisce la scena mondiale e pone la Russia in una posizione piuttosto scomoda al cospetto della giuria internazionale. La prima coincide con l’arrivo, nelle undici città che ospiteranno i ritiri e le partite, di trecento cosacchi russi - una piccola rappresentanza dell’antica comunità militare dell’Europa orientale - che avranno il compito di sorvegliare coppie omosessuali che si scambiano effusioni in pubblico. Secondo il canone statale è vietato anche manifestare in piazza per rivendicare il semplice e trasparente diritto di amare. Una soffiata che dunque rimbalza nelle cronache a pochi giorni peraltro dalla sentenza emessa dalla Corte Europea circa il riconoscimento dei coniugi, a prescindere dall’orientamento sessuale, alla libera circolazione nei paesi dell’unione, anche in quelli che non riconoscono il matrimonio egualitario. I russi sono offside naturalmente e vi si adagiano nel punto di tramite in cui il nodo di Gordio non è stato sciolto ancora. Inoltre, c’è anche la tensione con l’Inghilterra tanto che questa vorrebbe, nel centro sportivo in cui si allenerà la nazionale, la costruzione di un muro di sei metri per proteggere dunque Harry Kane e compagni da possibili attacchi russi, dopo l’avvelenamento della spia Skripal in terra londinese. Più una trovata pubblicitaria che mostra come Ponente per sua sfortuna spesso voglia rispecchiarsi mille volte nella propria “genuina” bellezza.

 

Critiche dunque da una parte e dall’altra che tranne per rare eccezioni - la maglia che fa tendenza della Nigeria o i non convocati eccellenti – rendono visibili fatti che vanno oltre il calcio. Inoltre, se c’è una nazionale come quella russa da ricostruire tout court, non ci sono giovanissime per un rosa che conta tutti giocatori che militano nel campionato di patria, lo stesso problema di rifondazione sussiste anche per le stesse cittadine che ospiteranno i ritiri delle varie nazionali dove regna il degrado. In antitesi e per coprire le facciate sbiadite, Putin ha già ordinato il “restauro” delle abitazioni e la realizzazione di murales atti a tracciare delle finte finestre che possano nascondere l’urlo di un pianto. In stile provenzale verranno raffigurati anche dei fiori a parvenza del fatto che le libertà personali prevalgono sulle libertà collettive. Invece no, non è una storia a lieto fine. Ai residenti è stato per giunta vietato il diritto anche solo di sbirciare, da casa propria, gli allenamenti delle nazionali. La Russia oggi ha mancato il proprio ruolo ereditato da Ermes: il dialogo fra Oriente e Occidente si infrange nel punto di contatto più vicino.