Miccoli: «Il mio Palermo inarrivabile. Ho tanti rammarichi»

L'ex capitano del Palermo in un'intervista racconta della sua esperienza con la maglia rosanero

Miccoli: «Il mio Palermo inarrivabile. Ho tanti rammarichi»

Fabrizio Miccoli, uno dei giocatori più forti della storia del Palermo, è tornato a parlare della sua esperienza con la maglia rosanero e della sua carriera.

 

Intervistato da ‘’Pianeta Lecce’’ l’ex numero 10 rosanero ha parlato degli anni vissuti nel capoluogo siciliano e del rapporto con la gente:

 

«A Palermo sono stato trattato come Maradona al Napoli. Non penso che se avessi lasciato Palermo per andare in un’altra città sarei stato alla stessa maniera. Sicuramente avrei guadagnato di più, però quello che ho vissuto in questa città lo so solo io».

 

Il ‘'Romário del Salento’’ ha anche parlato dei giovani talenti che hanno giocato con lui a Palermo e che ora sono diventati grandi campioni:

 

«Su Dybala avrei puntato sin dal primo giorno perché era giovane, ma si vedeva che era diverso dagli altri sudamericani. Era più tranquillo e professionista, veniva al campo puntuale, con qualità importanti e una testa diversa. Con lui c’era anche Belotti ed erano una bella squadra. Però il Palermo nel quale ho giocato io era inarrivabile»

 

Diversi sono i rammarichi di Fabrizio Miccoli:

 

«Non ho mai pensato di essere un grande giocatore. Per fortuna ho un carattere particolare e sono diretto. Nella mia carriera purtroppo mi sono accontentato, nel senso che non ho mai fatto calcio al 100% come un calciatore vero come Messi o Ronaldo. Non ho approfittato del mio talento e la mia carriera, seppur bella, lo dice. La mia storia lo racconta e io ero uno che se non avevo voglia di allenarmi non mi allenavo. Non pensavo a mangiare grana o bresaola. Non ho preso il calcio seriamente e quindi non mi sono applicato. Ho un po’ di rammarico»

 

«Uno dei rammarichi  è quello di non essere rimasto di più al Benfica. Mia moglie non si trovava bene e avevamo Swami che era piccola e stavo quasi sempre fuori per via di tutte le partite. Poi per fortuna mi ha contattato il Palermo. Al Benfica sono entrato nella storia, anche se ho il rammarico di aver vinto solo una coppa»

 

Il ‘’Pibe di Nardò’’ racconta anche uno dei derby con il Catania e del gol di Giuseppe Mascara:

 

«Il gol di Mascara da centrocampo non mi ha fatto rosicare, ho rosicato per aver perso il derby perché perdere 4-0 dopo aver preso tanti pali ti fa rosicare. Però ricordo di aver portato la squadra sotto la curva e c’era gente che voleva scavalcare e ammazzarci, infatti siamo rimasti pochi secondi. Quella sconfitta però ci ha fatto diventare più forti perché abbiamo vinto a Firenze, con il Chievo e con la Roma. Però pensai che non potevo andare via da Palermo e lasciare il gol più bello fatto al “Barbera” ad un giocatore del Catania, per questo con il Chievo feci gol da casa mia (ride nrd). Adesso questi gol li riguardo con un po’ di nostalgia»

 

 

Fabrizio Miccoli ha vissuto con la maglia del Palermo i momenti più alti nella storia della società:

 

«Amauri e Cavani erano diversi. Amauri a Palermo ha fatto uno dei campionati più belli della sua carriera ed in area di rigore era fantastico. Cavani invece corre sempre, fisicamente è una macchina. Sono due giocatori diversi. Cavani-Miccoli-Pastore non era male, poi con Ilicic e Simplico e tutti gli altri. Ricordo Bacinovic, che però non giocava tantissimo perché in mezzo al campo c’erano Liverani, Nocerino, Migliaccio. Quello era il Palermo dei record. Vinceva con la Juventus, con il Milan e l’Inter. Quello era il Palermo di tutti quanti, ma alla fine era il mio Palermo. In quel gruppo ci davamo tutti una mano, però alla fine ci mettevo io la faccia con i tifosi e il presidente».