L'annus horribilis del Palermo. Tutto il 2017 rosanero

Dalla mancata cessione a Baccaglini alla retrocessione fino all'istanza fallimentare. Tutto il 2017 rosanero

L'annus horribilis del Palermo. Tutto il 2017 rosanero

Il 2017 sta per volgere al termine, la partita di giovedì al "Barbera" sarà l'ultimo atto dell'anno, poi il Palermo chiuderà ufficialmente un'annata che si può definire orribile tra promesse di mercato non mantenute, cessioni societarie mancate, retrocessione, forti contestazioni e problemi giudiziari. 

 

L'anno solare del Palermo si era aperto con l'inizio di un mercato puntato all'indebolimento della squadra. L'ex presidente Zamparini aveva ingaggiato Salerno come direttore sportivo che cedette Hiljemark al Genoa e, in quel momento, il giocatore che stava rendendo di più con Corini, Robin Quaison al Magonza. Gli acquisti furono degli oggetti misteriosi, Silva e Sunjic non riuscirono ad imporsi e non migliorarono le sorti della squadra che, in quella fase della stagione, era al terzultimo posto.

 

 

Ma l'attenzione si spostò su vicende extra calcistiche con la nomina a presidente di Baccaglini il 6 marzo. Zamparini era sicuro dell'operazione: «Le ambizioni di Paul Baccaglini sono quelle di portare il Palermo in Europa e Champions League. Intanto costruirà lo stadio e il centro sportivo, che oggi è fondamentale. Sarà un presidente importante, è una persona molto intelligente e di spettacolo. Uno giovane che si afferma così nel campo della finanza, è di grande valore». Successivamente Zamparini e Baccaglini diedero vita a un botta e risposta tramite comunicati durante la due diligence, arrivata quando il Palermo retrocesse dalla Serie A con cinque giornate d'anticipo chiudendo una delle peggiori stagioni che i tifosi rosanero ricordano.

 

Baccaglini è il nuovo presidente del Palermo

 

 

I risultati pessimi diedero vita a numerose contestazioni, la più grande contro la società e Zamparini fu il 23 giugno quando i vari gruppi ultras e altri centinaia di tifosi manifestarono in piazza Verdi raggiungendo la sede del Comune in Piazza Pretoria per incontrarsi con il sindaco Orlando. Ancora si sperava per il closing con Baccaglini, previsto per il 30 giugno, poi saltato definitivamente. A quella contestazione Zamparini rispose: «Mi dispiace solo che passerà il messaggio che Palermo è contro di me, ma questi sono solo pochi ragazzi dei centri sociali. A me non interessa il loro pensiero perché non faccio politica. Il 98% dei palermitani mi vuole bene per tutto quello che ho fatto». Mentre pochi giorni dopo il patron spense le speranze dei tifosi chiudendo la trattativa con Baccaglini: «Non ha mantenuto i patti, ho ricevuto un'offerta ridicola, ora si dimetta». 

 

Zamparini persevera: contestatori dei centri sociali

 

Dopo la stagione rovinosa, il nuovo corso del Palermo iniziò con Tedino e Lupo come allenatore e direttore sportivo, il 24 giugno, quando era ancora in corso la trattativa con Baccaglini. Entrambi erano provenienti dalla Lega Pro, ma Zamparini non aveva dubbi sulle loro capacità: «Sono ottimi lavoratori, mi affido a loro. Riporteranno il Palermo in Serie A. Sono di grande livello». Il mercato estivo portò gente come Coronado, Rolando, Bellusci, Gnahorè e il ritorno di Struna e portò via Lo Faso, Goldaniga, Fulignati, Andelkovic e Bruno Henrique. 

 

Ma un buon mercato non fece ricredere i tifosi. Entrando nell'attualità, la stagione del Palermo è iniziata con lo scetticismo generale. Nelle partite in casa, i rosanero giocano con 4-5 mila spettatori, un vero e proprio deserto. Il distacco dei tifosi non è dovuto solo alla retrocessione e al fatto di disputare il campionato di Serie B, ma soprattutto alla mancata cessione societaria. Tutto ciò fece scaturire numerose contestazioni. Zamparini ha cercato, in questi mesi, di difendere la squadra e invitare i tifosi a tornare allo stadio: «Il problema non sono gli ultras, ma la cattiva informazione. Io sono fratello degli ultras, perché faccio il proprietario per passione. E se c’è gente che amo sono quelli delle curve, quelli dei borghi poveri di Palermo che vorrei aiutare come ho già aiutato tante volte in silenzio. Mi sento molto vicino a loro e non ai colletti bianchi, che sono quelli che mi hanno fatto il blitz per rovinarmi». 

 

L'estate del Palermo fu infiammata dalla perquisizione da parte della Guardia di Finanza nella sede del Palermo e nelle residenze del patron. La replica di Zamparini non si fece attendere: «Sono una delle persone più oneste del calcio italiano. Ora blocco il calciomercato e comunque del Palermo non me ne frega un ca... Faccio giocare la Primavera e quel che abbiamo già dentro». Nella giornata del primo blitz, il 7 luglio, gli agenti della Guardia di Finanza rimasero in sede per un'intera giornata, dalla mattina alla sera con l'obiettivo di sequestrare tutti i documenti riguardanti le manovre finanziarie della società. Nello stesso giorno anche le abitazioni di Zamparini furono perquisite. I motivi principali dell'attività della Finanza furono i debiti che il Palermo e Zamparini avrebbero accumulato e la vendita del marchio alla Mepal, società lussemburghese di proprietà del figlio del patron. Poi un'altra perquisizione, il 28 luglio, sempre nella sede del Palermo per sequestrare altri documenti, ma Zamparini rimase fiducioso: «Sono contento perché si farà chiarezza della situazione. I conti sono a posto». Ma quei momenti furono, per i tifosi, motivi di dubbi sul prosieguo della stagione e sulla compromissione delle trattative con i possibili acquirenti della società, evidentemente bloccati. Dai blitz della Gdf segue la richiesta dell'istanza fallimentare il 19 novembre per un buco di circa 70 milioni di euro. All'esposto della Procura, il patron Zamparini si era mostrato addolorato: «Dopo 50 anni di vita specchiata di imprenditore e 15 anni a Palermo, raccolgo questo. La loro logica è inquisitoria, non della realtà dei fatti. Supereremo anche questa. É una situazione paradossale: sono deluso da questo Paese, nessuno ci ha chiamati. Potevano chiederci spiegazioni molto prima del tribunale fallimentare».  

 

Perquisizioni, Zamparini: «Sono qui perché non ho ceduto»

 

Nel frattempo la squadra di Tedino va sempre meglio anellando vittorie in trasferta portandosi al primo posto in Serie B dopo un inizio di stagione altalenante. Zamparini continua a parlare di cessione societaria con Frank Cascio: «Stiamo andando avanti con le trattative, penso entro dicembre di aver chiuso le operazioni - dichiarava a metà ottobre il patron -. Da una parte c’è un colloquio positivo con loro, in primo piano ci sono i soldi per la campagna di gennaio e per il futuro del Palermo». Ad ottobre lo stesso Cascio è venuto a Palermo per presentare un progetto per l'esportazione di prodotti siciliani, nell'occasione l'imprenditore italoamericano aveva parlato della trattativa: «E' un momento delicato, stiamo lavorando. C'è un patto di riservatezza, non posso dire altro». 

 

Il Palermo, però, nomina un nuovo presidente, Giovanni Giammarva, il 10 novembre. Un ragioniere commerciale, il cui compito riguarda l'ambito societario avendo esperienza nel civile e penale. Tutto questo precede quello che è accaduto quest'ultimo mese di dicembre, che è stato un susseguirsi di vicende dal campo al Tribunale con i risultati positivi di Tedino e le due udienze che, alla fine, hanno portato a una perizia terza per l'istanza fallimentare chiesta dalla Procura. 

 

Ecco chi è Giovanni Giammarva, il presidente «tecnico» rosanero

 

Finito il 2017, cosa aspettarsi dal 2018? Potrebbe essere un anno di svolta con la sentenza del Tribunale attesa entro due mesi, poi bisognerà capire se e quando ci sarà la cessione societaria. Dal punto di vista sportivo il Palermo cercherà di puntare alla promozione diretta. Quello che che si augurano i tifosi è che possa essere un anno migliore, anche se sarà difficile fare peggio rispetto a questo 2017.