Seimila imprese ripartite con l'autocertificazione
La Sicilia resiste.
Come riferito da La Repubblica - Palermo, ci sono più di seimila imprese che sono ripartite in tutta la Sicilia nelle ultime due settimane ponendo in essere la mera comunicazione alle prefetture di ripresa dell’attività. Sono le aziende non inserite dal governo fra quelle necessarie ma che collegate commercialmente con le filiere che non si sono mai fermate e che, pur non rientrando nell’elenco di attività considerate indispensabili, sono fondamentali per non bloccare la parte di economia siciliana ancora in movimento.
Tra queste le aziende della filiera alimentare, depositi di stoccaggio, grossisti e trasportatori. Ma anche del comparto sanità, delle aziende che vendono (la maggior parte online) apparecchiature elettroniche nonché da tutte le attività ritenute funzionali ai servizi pubblici essenziali.
Secondo i dati delle Camere di commercio e dei sindacati il 20% delle aziende pur potendo rimanere aperte, hanno deciso di chiudere. Solo a Palermo e provincia la lista delle imprese “necessarie” arrivava a quota cinquemila, ma secondo i sindacati meno di quattromila hanno tenuto aperte le saracinesche.
"Ho sospeso le richieste di società di pubblicità, di aziende che fanno formazione, di ditte che non hanno saputo indicare per quale azienda “necessaria” avrebbero lavorato. Mi sono capitate comunicazioni in cui l’azienda ha comunicato come beneficiario della propria produzione se stessa". Ha parlato così il prefetto del capoluogo siciliano Antonella De Miro.
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