Stile carioca e cuore italiano: parola ad Amauri
Alla vigilia di Palermo-Chievo, il doppio ex racconta ai nostri microfoni la magia del periodo trascorso in rosa.
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Fantastico, perché la 2005-2006 è stato un anno importante, avevo 25 anni e ancora non ero del tutto esploso. E' stato un passaggio importante per dire che tipo di giocatore sarei diventato. Quell'anno è andata poi veramente benissimo e lì è cominciata la mia storia a grandi livelli.
Nell'estate del 2006 diventi uno dei tormentoni dell'estate. Il Palermo ti vuole a tutti i costi ma il Chievo non ti vuole proprio lasciare andare. Sul gong il passaggio in rosanero. Cosa ti spinse all'epoca a venire a giocare qui, dove poi ti sei consacrato come campione?
Se avessimo passato il turno il turno in Champions League con il Chievo, probabilmente sarei rimasto a Verona e il passaggio sarebbe sfumato. Alla fine siamo usciti contro il Levski Sofia, e da lì è cominciato il tormentone. Il passaggio al Palermo è stato un blitz di Zamparini con il suo aereo privato. Ricordo che io ero a casa e ho ricevuto una chiamata da mia moglie che mi disse "Amore vieni all'aeroporto che Zamparini vuole parlare con te". Non ci credevo all'inizio, ma all'aeroporto c'era lui, venuto con il suo jet privato, che mi chiese subito "Vuoi venire a Palermo? Io gli ho risposto felicissimo di si. Lui mi disse "Considerati allora un giocatore del Palermo". Tornò poi a Palermo e due giorni dopo diventai un giocatore rosanero.
Con te in attacco il Palermo ritrova quel grande centravanti che mancava dai tempi di Luca Toni: la piazza si innamora di te subito. Il tuo impatto è spaventoso, la squadra staziona in alto, dove mai era stata e sogna in grande fino a quel maledetto Siena-Palermo, perché nel momento in cui ti fai male, il Palermo crolla e non si riprende più. In moltissimi pensano che con te il Palermo sarebbe potuto arrivare in CL, ma aldilà di questo, che ricordo hai di quella stagione?
Quando sono arrivato a Palermo, e non l'ho mai nascosto, mi son sentito come Ronaldinho al Barcelona. Quando ho visto lo stadio ero sorpreso, venivo da una stagione fantastica in una piccola realtà come il Chievo. Io ero una scommessa per la società che su di me aveva puntato tantissimo per il presente e per il futuro. Vedere i tifosi, che urlavano il mio nome mentre ero appena arrivato...non ci potevo credere, stavo vivendo tutto ciò che sognavo, essere un giocatore importante. Il presidente e Foschi mi volevano, Guidolin pure. Arrivare lì con tutto quell'entusiasmo mi ha fatto sentire speciale, e quella stagione fu speciale anche se putroppo è finita male, per via dell'infortunio. Me lo porterò sempre nel cuore.
Seconda giornata del campionato 2007/2008 Livorno-Palermo 2-4. Tu e Miccoli confezionate praticamente tutti i gol, sembrate di un altro pianeta....
Ultima con la Sampdoria: tu emozionatissimo con la fascia da capitano, lo stadio altrettanto emozionato nel salutare il suo centravanti. Manca solo il gol, ma il resto c'è tutto.
Il ritiro della sera prima ti confesso, che ho dormito veramente poco, cominciavano a girare un po' di voci, che mi avrebbero fatto una sorpresa, che si sarebbe organizzato quaclosa e che lo stadio sarebbe stato pieno. La partita purtroppo l'abbiamo persa, ma dopo il fischio finale solo applausi. In quegli 8 minuti di giro di campo ho visto il film dei miei due anni di carriera, tutto il feeling, tutto l'affetto, tutto l'amore. La maglia che ho indossato quel giorno, l'ultima maglia del Palermo che ho indossato, la tengo incorniciata.
Che rapporto hai avuto con i due allenatori del Palermo che ti hanno allenato?
Ottimo rapporto con entrambi. Guidolin mi ha cercato e voluto a tutti i costi a Palermo, mi ha dato tanto. Io dico sempre che se Pillon è stato quello che mi ha lanciato facendomi credere in me stesso, Guidolin è quello mi ha scolpito, rendendomi il giocatore che sono e valorizzando le mie qualità. A quei tempi per giocare in una big, ci volevano due tre anni fatti beneper dimostrare il proprio valore. Guidolin ha tirato fuori la qualità che avevo dentro. A Colantuono secondo me gli è mancata la fiducia della società. Lui è uno che ha il fuoco dentro, è caldo, carico e determinato. Io con lui mi sono trovato benissimo, il suo esonero fu prematuro. Con lui mi sono trovato bene. Sono due allenatori diversi, Guidolin è pacato, mentre Colantuono è uno gagliardo. Ma mi sono trovato benissimo con tutti e due.
E il tuo rapporto con Zamparini?
Rispetto reciproco e affetto reciproco, io su di lui posso solo dire bene. Nei due anni in cui sono stato li sono stato bene con lui. Su quello che è successo dopo al Palermo, non essendo stato presente, non posso dire nulla e non mi permetto di dare giudizi.
No, tante chiacchere e tanta speculazione, ma nulla di effettivamente concreto.
Che differenza c'è tra Palermo e Verona come piazze?
Son due realtà diverse e due tifi diversi. Due mentalità diverse anche come società, all'epoca il Palermo mirava all'Europa, il Chievo mirava come oggi alla salvezza. Il Palermo era una società più ambiziosa, oggi le priorità son diverse.
Che ne pensi del momento del Palermo e come vedi il tuo ex compagno Corini come allenatore?
Secondo me il Palermo con Eugenio si può ritrovare. Eugenio è stato amatissimo, il capitano, un punto di riferimento. Al Palermo manca, per quel che vedo io da fuori, quell'organizzazione che Corini potrà dare se gli daranno il tempo di farlo. Si parla di una rosa nuova con giocatori di esperienza e talento come Diamanti, fortissimo, e un nuovo centravanti che sta facendo bene. Ma manca quella cattiveria che Eugenio può riportare, facendo capire ai giocatori cosa significhi giocare al Palermo e vestire il rosanero.
Del Chievo invece cosa pensi?
Il Chievo è la classica squadra rognosa, cosciente dei suoi obiettivi e di ciò che deve fare. E' una squadra sempre fastidiosa da affrontare. Questo è il Chievo, ed è lo stesso di quando giocavo.
Parlando di attaccanti del presente. Ti piace Nestorovski?
Se Nestorovski è a Palermo, vuol dire che si è vista della qualità nel giocatore, e lui lo sta dimostrando. Lui ha delle qualità importanti, ed Eugenio è perfettamente in grado di valorizzarlo ulteriormente.
Restando sempre sul presente. Tu adesso giochi nella NASL (North American Soccer League) con i Fort Lauderdale Strikers, con cui hai segnato un gol clamoroso all'esordio in rovesciata. Come ti stai trovando negli States?
E' un'esperienza fantastica, volevo fare un'esperienza del genere. All'esordio in casa nel nuovo stadio ho trovato il gol di cui dicevi poco fa contro gli Ottawa Fury. Qui sto veramente bene e sono felice.
Io non sono uno da pronostico, ma dico sempre quello che penso e sento. Quel che spero è che domani il Palermo riesca a vincere per uscire fuori dal suo momento difficile.
"Ringrazio di essere stato a Palermo con tutti i miei ex compagni del primo e secondo anno. Son felice di aver giocato con giocatori come Corini, Fabio Simplicio, Miccoli e soprattutto con un giocatore come Giovanni Tedesco, una bandiera, grande calciatore e soprattutto grande persona , uno che ha dato tanto per la maglia. Non dimenticherò mai tutto quello che ha fatto per me e non scordo quando prima del mio addio, decise di regalarmi uno dei primi I-Phone usciti sul mercato. Ci tengo a mandargli un mio abbraccio forte. Io a Palermo mi son trovato bene non solo come calciatore, ma anche per l'affetto umano che ho ricevuto, come persona. La gente sapeva che persona fossi, conosceva i miei principi e il mio amore per la mia famiglia, ciò che di più importante ho, dandogli altrettanto calore e affetto. Questo non lo dimenticherò mai. Alla fine mando un saluto a Giampiero Pocetta il mio manager. Con lui lavoriamo già assieme da qualche anno ,anche lui un è un ex rosanero e aldila del lavoro fatto assieme si è creata una grande amicizia!