Coronavirus, misure ed emergenza economica. Parla Musumeci

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Il presidente della Regione Nello Musumeci è intervenuto al TgMed per parlare dell'emergenza Coronavirus e di come la Sicilia si sta organizzando per far fronte all'epidemia e superare quanto prima lo stato di crisi attuale.

 

Ci sono 160 positivi in più al Covid-19 rispetto a ieri, per un totale di 1190. 15 i ricoverati in più quindi 417 dall’inizio della diffusione del virus in Sicilia.

L’isolamento domiciliare è stato reso necessario per 115 persone, mentre i guariti odierni sono 3 e nel complesso 36. Per fortuna rimane invariato il numero dei decessi che sono 8.

 

Continua…

Se ci mettiamo a fare il confronto con le altre regioni sembriamo in un altro mondo, ma non ci si deve illudere perché il picco da noi deve ancora arrivare anche se non sappiamo quando. Secondo alcune previsioni potrebbe arrivare intorno al 10-15 aprile. L’importante è farsi trovare pronti sapendo di dover fare i conti con un’evoluzione del fenomeno. Quindi esorto a continuare a mantenere la cautela dimostrata fino ad ora, restare a casa con la stessa attenzione dei primi giorni. Le proiezioni ci porterebbe ad un segmento di contagiati che varia da 3.500 circa a 6.000. Questo ovviamente da ora ai prossimi dieci giorni perché per un letto di terapia intensiva servono determinati macchinari che tardano ad arrivare. Con questi numeri e quello che noi ipotizziamo, dovremmo farcela a reggere la situazione con una certa ragionevolezza.

 

E ancora…

Inoltre abbiamo chiesto mille posti letto ad alcuni Alberghi e strutture recettizie per poter ospitare pazienti positivi che non hanno bisogno di particolare cura o chi deve effettuare il periodo di quarantena. In tal senso a Palermo abbiamo a disposizione il San Paolo Palace, una struttura confiscata alla mafia. Mi sto preoccupando anche di far rientrare i nostri conterranei che non hanno più la possibilità di vivere fuori dalla Sicilia con l’obbligo del rispetto della quarantena. Sono padre e mi rendo conto di determinate esigenze.

 

Contromisure.

Stiamo lavorando per creare posti letto in più per il reparto di rianimazione e anche quelli da destinare a chi sarà positivo ma non avrà bisogno della rianimazione. Nessuno era preparato per questa tempesta: abbiamo creato un cronoprogramma, alcuni posti letto saranno all’interno di strutture pubbliche, altre nelle strutture private. Pensiamo di raggiungere 550-600 posti letto di terapia intensiva e con l’arrivo di nuovi ventilatori supponiamo di poter aumentare il numero.

 

Aiuti da Roma.

Aspettiamo le mascherine, questa ormai è diventata una telenovela. Roma da dieci giorni ci rassicura che il tutto arriverà quanto prima, ma ancora non abbiamo visto niente. Di ottocento mila mascherine che abbiamo richiesto ne sono arrivate circa sessanta mila e non omologate. Una mascherina può essere utilizzata mezza giornata al massimo un giorno intero. Insomma, dobbiamo fare i conti con questa amara realtà.

 

Sulla situazione nello stretto di Messina.

Io avrei schierato l’Esercito non a Villa San Giovanni, l’avrei messo in entrata e in Calabria perché si sa da sette giorni che qui in Sicilia non si deve entrare. Voglio sfatare anche un luogo comune che si sta diffondendo: il presidente della Regione, attualmente con i decreti varati dal Governo, non ha alcun poter per fare rientrare in Sicilia un cittadino siciliano. Il mio potere in tal senso ce l’ho soltanto per chi arriva con un volo privato. Non so come dirlo, non è di mia competenza far rientrare siciliani dall’Estero o in altra parte d’Italia. Tutto concentrato nelle mani del Governo centrale. Per questo voglio intercedere con Roma per far rientrare chi non ha più dove vivere al di fuori della Sicilia, ma dovranno stare in quarantena per due settimane per stare sotto il controllo sanitario. In tal senso i Sindaci si assumano la responsabilità del controllo sanitario per il proprio concittadini.

 

Infine sulla condizione economica.

È già emergenza economica perché inizia a scarseggiare il denaro. Chi lavorava alla giornata ora non sta lavorando e quindi non porta più soldi a casa. Mi rendo perfettamente conto di tale disagio e penso ai lavoratori dipendenti per i quali abbiamo chiesto la casa integrazione. Penso anche alle partita iva, i liberi professionisti o le aziende. Come si fa ad andare avanti? Ho posto il tema dei titoli di credito e anche, non mi vergogno a dirlo, degli assegni postdatati. Agli imprenditori spiegheremo che non si può lavorare con assegni post datati o con il lavoro nero, ma lo faremo dopo.

La Sicilia è stanca, per tanto tempo è stato fatto teatro ora serve la serietà. I risultati si possono ottenere senza andare oltre i limiti che l’etica istituzionale impone ad ognuno di noi.


 

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