Con l'Aeroplanino il Milan vola, ma concede sempre qualcosa

Montella ha rivoluzionato gioco e motivazioni di un Milan ritrovato. Attenzione agli esterni e al pressing rossonero. L'analisi prepartita.

Con l'Aeroplanino il Milan vola, ma concede sempre qualcosa

Dopo anni veramente difficili il Milan, che pure rispetto alla scorsa stagione non si è rinforzato in particolar modo, sembra aver trovato in Vincenzo Montella l’uomo della svolta. Reduce dalla tutt’altro che esaltante esperienza alla Sampdoria, “L’Aeroplanino” è riuscito a dare gioco e identità ad un materiale tecnico di buona qualità ma senza particolare congruenza, assemblando una squadra in grado di giocare un buon calcio a ritmi anche sostenuti.

Nel 4-3-3 con gli esterni che oggi vengono definiti con l’orribile espressione “a piedi invertiti” (che fa pensare più ad una menomazione che ad altro) il Milan sviluppa molto gioco in profondità. La manovra è ragionata il giusto e sviluppata molto sull’esterno, con i terzini che si sovrappongono sistematicamente tagliando talvolta (cosa che fa più Abate) verso l’interno dell’area e i centrocampisti che dopo aver partecipato all’uscita della palla, tagliano verso l’area impegnando i difensori avversari, liberando consequenzialmente spazio per il tridente, un attacco molto mobile che ha in Bacca il riferimento portante e pericolo principale, con gli esterni (in assenza di Niang occhio a Suso, mancino che gioca opposto ad Aleesami potendolo attaccare sul suo piede debole) che tendono con o senza palla a convergere verso il centro, pur prendendosi talvolta la licenza di svariare.

 

Attaccare con così tanti effettivi rende difficile il compito delle difese avversarie, ma a sua volta espone il Milan a grossi rischi in una fase di contenimento che i rossoneri interpretano in maniera molto fisica e aggressiva, portando sistematicamente il pressing se non addirittura il contrasto diretto sul portatore di palla in situazione di contropiede e non di rado anche a difesa schierata con i centrocampisti, per rallentare il più possibile l’azione avversaria. Anche i due difensori centrali, Paletta e Romagnoli, quando la situazione di gioco lo concede cercano l’intervento diretto o l’anticipo sul portatore/ricevitore senza temporeggiare troppo, trovando in De Sciglio, migliorato tantissimo sulle diagonali, un buon alleato per coprire eventuali buchi. Pur essendo cresciuta molto in questo aspetto rispetto ai disastri degli anni precedenti, il Milan resta (come dimostrato dai 12 gol presi) una squadra fragile, che soffre soprattutto le situazioni di contropiede.

 

Situazioni di contropiede che però il Palermo non ha particolarmente nelle sue corde, visto che l’idea di De Zerbi è quella del controllo del gioco attraverso la gestione del possesso (che fino ad ora ha avuto risultati che da alterni son passati a mediocri) con la squadra che ha palesato parecchie difficoltà nel ripartire. Forse il giovane Lo Faso, dato in rampa di lancio per la partita, in questo senso può dire la sua, così come potrebbero dirla i vari Quaison, Sallai ed Embalo, giocatori rapidi che possono ripartire velocemente.  Per ottenere un risultato che sposterebbe tanto a livello di morale e classifica (visto che una tra Empoli e Pescara si deve fermare, se non tutte e due in caso di X), il Palermo dovrà intasare gli spazi, impedendo ai centrocampisti avversari di attaccare la difesa cercando di rovesciare velocemente il fronte, senza ostinarsi troppo nel voler controllare a tutti i costi un possesso che si inceppa facilmente già da solo e che risentirebbe del pressing rossonero.