Cessione Palermo: benedetta Transnazionalità
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Cercando su un vocabolario la parola transnazionale, si può leggere:
Sinonimo di soprannazionale o supernazionale, che trascende le singole nazioni o ne supera le divisioni, o si estende oltre i limiti di una nazione” (Treccani);Che va oltre i confini politici di un Paese (Devoto Oli);
eccetera.
Non c’è un Paese, una sola nazionalità, un’unica provenienza: sono tante.
Insomma, non vi bastavano gli americani? Non erano sufficienti i messicani, cinesi, arabi, russi, brasiliani, svizzeri, foggiani, italo-qualcosa?
Per la verità, è stato un processo graduale, che ha previsto diverse tappe d’avvicinamento prima di arrivare a questo melting pot ricchissimo che colorerà (ipse dixit et ri-dixit) la nuova era rosanero.
E allora, abbandonate le cordate mononazionali - che barba, che noia - si è prestato l’orecchio agli acquirenti variegati, come il gelato.
Prima una spolverata di NewYork&Castelbuono, che non ha avuto fortuna e, a dirla tutta, già a sentirlo è un binomio che un po’ stona.
Almeno quanto Chicago&Padova, accoppiata quasi vincente nel 2017, se non fosse per l’offerta finale, definita “ridiculous” dal venditore.
Meglio avvicinarsi all’Europa: Foggia&Dubai? Avvincente, ma fake. Zurigo&Napoli? No, lasciamo perdere, al massimo una poltrona nel Cda.
Così non va, non va, non funziona, non c’è alchimia né bastevole integrazione tra diverse provenienze geografiche. E però il monochrome non piace, non va più, non rende e non dà mai garanzie.
Allora eccolo il trionfo dell’Oltre Alpi-Pirenei-Manica-Atlantico-Pacifico-Indiano, l’OltreOltre: la cordata transnazionale.
Ora, siccome si è in un “momento clou”, in una “fase avanzatissima”, per qualche settimana si potrà vivere una pacifica trans-attesa.
Poi? Eh, se dovesse andare male, l’ultimo passo è la cordata transglobale.
Magari Cefalù&Saturno, Campobasso&Marte, MilanoMarittima&Urano.
Magari Vergiate&Plutone.