Asta: «La cessione? Chi arriva a Palermo può fare grandi cose»

Le parole di Antonino Asta, ex bandiera rosanero agli albori della presidenza Zamparini. "Quel Palermo si divertiva ed era apprezzato dalla piazza".

Asta: «La cessione? Chi arriva a Palermo può fare grandi cose»

 

Antonino Asta è stato uno dei primi acquisti di Maurizio Zamparini al timone del Palermo Calcio. Nel 2002, l’imprenditore friulano ingaggiò l’esperto centrocampista che aveva appena terminato la propria avventura con la maglia del Torino.


 

E alla vigilia del match tra i granata e il Palermo, abbiamo intervistato mister Asta e gli abbiamo chiesto un parere sulla cessione del club, sul suo periodo in rosanero e sulla partita di domenica allo Stadio Olimpico Grande Torino.

 


Mister, l’ex presidente ha affermato che la trattativa per la cessione del Palermo Calcio al fondo anglo-americano può definirsi conclusa. Sembra proprio che sia la fine di un’era. Che valutazione dà ai quindici anni di dirigenza di Maurizio Zamparini?

«Tutto sommato, seppur tutti abbiamo sempre detto tanto di Zamparini, del suo modo di gestire, di mandar via gli allenatori, insomma, del suo atteggiamento vulcanico, la mia valutazione a quella che è stata la sua presidenza a Palermo è alta, perché ha portato i colori rosanero molto in alto, rimanendo sempre in Serie A e in certi momenti anche in posizioni di classifica molto importanti. Quindi tutto sommato ha dato tanto alla città e ai tifosi».

 

Lei crede che davvero fra qualche giorno avverrà il passaggio di mano dentro la società rosanero? Il Palermo sarà di proprietà anglo-americana?

«Io mi auguro che questo passaggio arrivi davvero, che ci sia veramente qualche cordata straniera. Ho sentito le dichiarazioni di Zamparini e lui resterebbe per fare il presidente onorario, per far capire ai nuovi imprenditori che non essendo pronti, ci vuole qualcuno che sappia gestire una società di calcio. Spero che lui non esca di scena totalmente, perché se arrivano degli stranieri che non sanno gestire, diventa più difficile.

Se ne parla già da un po’ - prosegue Asta -, ma adesso mi sembra che questa notizia stia diventando sempre più forte, quindi credo che possa essere la volta buona. Poi, che sia la cosa giusta o meno, questo non lo so. Bisogna capire quanto questi imprenditori abbiano veramente la volontà di costruire qualcosa di importante, laddove, a mio avviso, ci sono potenzialità inespresse.

Chi arriva a Palermo può fare delle grandi cose».


Lei è uno dei primi arrivi nel Palermo di Zamparini, nel 2002. In quel Palermo, in quella Palermo e in quel “Renzo Barbera” si respirava un clima diametralmente opposto a quello che viviamo oggi. Che ricordo ha di quel periodo?

«Ricordo tante cose positive. Quando arrivò Sonetti noi svoltammo completamente nel girone di ritorno. Le ultime quattordici partite furono una serie di vittorie e di pareggi. Abbiamo sperato davvero di farcela, fino alla famosa partita contro il Lecce. C’era un bel gruppo, eravamo coesi, ci divertivamo. E dimostravamo tutto ciò in campo. Anche per questo la piazza rosanero ci apprezzava, perché comunque dopo tanti anni c’era quella voglia di tornare in Serie A che poi arrivò solo l’anno dopo. Ma da lì si capì che Zamparini voleva creare qualcosa di importante».


Mister, in chiusura chiedo a lei che è un ex di entrambe le squadre una valutazione sul match di domenica: cosa si aspetta da Torino-Palermo?

«Credo che questa partita sia abbastanza semplice da realizzare, nel senso che se il Palermo vuole provare davvero a coltivare il sogno salvezza, deve provare a portare a casa i tre punti. So che è difficile, ma se la vittoria si rimanda sempre, diventa dura. Perché comunque il Palermo sta facendo un campionato sottotono come le altre in fondo, quindi c’è ancora questa possibilità, l’Empoli non è così distante. Non ci sono molte situazioni possibili, è un match da vincere. Il Torino non sta facendo grandi risultati e potrebbe essere questa l’occasione per il Palermo di conquistare i tre punti e avvicinare i toscani. Ce la può fare se la motivazione sarà superiore a tutte le altre partite, perché comunque il Torino è un avversario forte, l’abbiamo viso. Però, a parte gli ultimi minuti a Firenze, è un momento un po’ negativo. Il Palermo deve pensare che sia una finale, perché può essere la partita della svolta per cercare di arrivare allo scontro diretto contro l’Empoli per giocarsi qualcosa, scenario inimmaginabile fino a qualche settimana fa, quando i rosa con Crotone e Pescara venivano date già per spacciate».