«La Sicilia è casa nostra, abbiamo il diritto di rientrare»

«La Sicilia è casa nostra, abbiamo il diritto di rientrare»

Da domani al via la fase 2 e dunque ad un allentamento delle restrizioni anti-covid19.

 

Anche in Sicilia alcune cose cambieranno, ma non le regole sui rientri. Come annunciato dallo stesso governatore Nello Musumeci, “la Sicilia sarà blindata almeno per tutto maggio”; dunque i rientri non saranno possibili salvo casi eccezionali.


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Alla luce di ciò sono nate nuove polemiche da parte dei siciliani che al momento si trovano fuori dall’isola e che vorrebbero fare rientro.

 

«Nessun treno oltre Villa San Giovanni, aerei e navi che arriveranno nello stesso ordine e nella stessa quantità. Anche le ragioni per poter accedere alla Sicilia non hanno subito variazioni: gravi e urgenti, di stretta necessità, salute e lavoro- scrive Gds.it-. Una "stretta" che ha dato i suoi frutti, visti i numeri relativamente contenuti dell'epidemia in Sicilia».

 

Mentre prima, fatta eccezione per alcuni casi, i siciliani capivano le motivazioni del presidente Nello Musumeci, ora il coro di protesta si è fatto sempre più rumoroso.

Sono molti i siciliani che vivono fuori la Sicilia e che magari sono rimasti senza soldi e lavoro:

 

«E' un nostro diritto tornare nelle nostre case» gridano a gran voce i siciliani che vivono fuori.

 

Come detto fino al giorno 17 maggio rimangono congelate le limitazioni all’accesso nell’isola, per cui fino ad allora si potrà continuare ad accedervi solo per ragioni di stretta necessità, di salute o di lavoro –ricorda il Gds.it-. Poco più di un mese fa, in piena emergenza, un gruppetto di 200 siciliani rimase bloccato per 72 ore nel piazzale Anas a Villa San Giovanni in attesa di potersi imbarcare per la Sicilia, che non li voleva accogliere, e lasciare la Calabria, lieta di lasciarli partire”.

 

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