Palermo, the "Claudio Gomes renaissance"
Il Palermo si ritrova, quasi clamorosamente, al settimo posto solitario a due giornate dalla fine, e significherebbe playoff.
Tra i vari “up and down” che questa stagione ha regalato, un posto d’onore nella locomotiva degli uomini di Corini lo occupa di certo Claudio Gomes. Il francese, arrivato da semisconosciuto a fine mercato ci ha messo un po’ ad entrare nelle rotazioni, ma poi non ne è più uscito. Dopo un inizio sfavillante, però, il fisiologico calo: la giovane età e una squadra troppo umorale ne hanno frenato la crescita nella parte centrale del campionato, soprattutto quando l’ex Barsnley è stato caricato da eccessivi compiti di impostazione e copertura.
Proprio questa impostazione tattica, quella che voleva il francese totalmente al centro della manovra rosanero, ne ha forse frenato la crescita. Il Palermo infatti, e insieme a lui il suo vertice basso, è spesso andato in difficoltà e ha peccato di lentezza nella costruzione della manovra, specie con le squadre più chiuse, soffrendo a volte anche il pressing alto delle avversarie, in special modo con un Verre poco propenso, per caratteristiche, al sacrificio e un Saric troppo spesso evanescente.
Da quando, però, è tornato in auge anche Jacopo Segre, Gomes è rinato: la sua pulizia negli interventi difensivi (che, a onor del vero, è sempre stata di alto livello),prima appanatasi, adesso è rifiorita, e anche la gestione del pallone è migliorata non poco, con tanti cambi gioco che hanno permesso specialmente a Marco Sala di trovare spazio da aggredire. Dopo un periodo buio, dunque, il Palermo ha un’arma forse ormai inaspettata per questo finale di stagione così indecifrabile: il rinascimento di Claudio Gomes.