Palermo, ora spera in un miracolo

"Prima di decidere, mettete la testa in frigo", raccomandava così Ferran Soriano ai vertici del City Football Group, solo che adesso il Palermo ha la testa in un forno e non sa più come uscirne.
Nuovo anno, stessa storia. Prima Corini, stavolta Dionisi. Il Palermo ha avuto nei mesi precedenti diverse opportunità e diversi momenti propizi per pervenire a una decisione di questo tipo, ovverosia l'esonero, ma tutte le altre volte ha preferito aspettare.
È poi arrivato il punto di non-ritorno, ancora una volta in primavera. Una stagione fa era il 4-3 di Pisa, stavolta il 2-3 casalingo contro la Cremonese: in entrambe le situazioni si è trattato di una rimonta incassata negli ultimi minuti da doppio vantaggio. Non è una situazione semplice da digerire, ma ad essere sinceri né Corini prima né Dionisi poi hanno pagato per la loro ultima partita, che non è stata certo la peggiore in assoluto.
Il problema sta a monte e consiste nel rinnovare la fiducia quando la fiducia è ormai compromessa. E il riferimento non è alla piazza, che ha delegittimato Dionisi (ai suoi tempi Corini) già diversi mesi fa, ma della società stessa.
Ora non resta che sperare in un miracolo. La cura Mignani non ha portato lo scorso anno i frutti sperati, perché fin da subito era apparsa tardiva, quasi una soluzione disperata. Un anno dopo, il Palermo ci ricasca: diversi allenatori sondati ma stessa proposta, ovvero un contratto fino a fine stagione con opzione per la promozione. Inevitabilmente, la società ha ricevuto diversi no: chi vorrebbe fare ora da traghettatore del Palermo? È un contesto complesso, con una rosa non semplice da gestire e un solo risultato possibile per il rinnovo: la promozione in Serie A dal nono posto di adesso. È lecito pensare che per un tecnico più che una grande opportunità sia questo un rischio pericoloso da assumersi. Sappiamo infatti che fallire a Palermo ha una risonanza diversa che in un altro club di Serie B.
E allora quale sarebbe l'ultima soluzione? Tornare inevitabilmente indietro, provando a riconsegnare la fiducia a Dionisi, quando di fiducia è ormai impossibile parlare. Dionisi resterebbe per assenza di alternative, non per altro. Con quali motivazioni potrebbe continuare ad allenare e la sua squadra seguirlo? Torniamo allora a poco prima: così non resta altro che sperare in un miracolo.